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Pescara, 16/05/2025
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Data: 04/08/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Fermo biologico e dragaggio, il porto si blocca di nuovo. Dal dieci lo stop alla pulizia dei fondali

Pescherecci in porto da domani per il mese di fermo biologico, mentre prosegue ancora fino alla metà del mese l’attività di dragaggio del porto affidata alla Sidra. Secondo il cronoprogramma è prevista un’interruzione di appena un paio di settimane tra il 10 e il 25 di questo mese. Sono in via di ultimazione gli scavi nel canale e c’è da credere - gli operatori portuali lo sperano - che alla ripresa dei lavori la draga si sposterà nella darsena commerciale che più necessita di essere scavata. L’appalto prevede di portare i fondali a una profondità di cinque metri, l’obiettivo non ufficiale è di scavare almeno fino a meno sei metri ma gli operatori alzano la voce e insistono affinché la darsena abbia una profondità di almeno sei metri e mezzo, «quota minima per consentire l’attracco in banchina alle navi commerciali», in primis le navi cisterna che assicurano il rifornimento di prodotti petroliferi a Di Properzio.
PREVISIONI OTTIMISTICHE
Le economie legate prima al ribasso d’asta dell’appalto autorizzano a ipotizzare il dragaggio di un quantitativo di sabbia molto superiore a quello inizialmente previsto. Decisivo sotto questo aspetto è anche il notevole risparmio ottenuto grazie alla disponibilità della vasca di colmata che ha consentito di abbattere i costi di trasporto del materiale in altro sito di stoccaggio.
«La vasca di colmata s’è rivelata in grado di accogliere molta più sabbia - ha riferito dalla Capitaneria il comandante Enrico Macrì -, il quantitativo finora accumulato si sta compattando e asciugando e questo autorizza a ritenere che l’impianto possa accogliere ancora altro materiale dragato. Grazie invece al soil washing - ha aggiunto lo stesso ufficiale - si procederà al recupero di 18mila metri cubi di sabbia classificata A1 e dunque utilizzabile addirittura per il ripascimento. Su questo aspetto ci sarà un confronto tra regione e associazioni balneari. Stiamo inoltre vedendo di bonificare le acque dalle alghe».
Dunque, se sulla carta si sta lavorando per portare via 200 mila metri cubi, alla luce di queste economie il Provveditorato alle Opere pubbliche sta esaminando in questa fase l’ipotesi di arrivare a 290 mila grazie a una rimodulazione delle risorse disponibili. Lo scavo in fase di ultimazione dovrebbe assicurare al porto canale una profondità di 4,50 metri nel corridoio centrale e di 3,50 ai lati. Stando a recenti direttive dell’Arta, si impongono altri interventi a metà canaletta e sotto il ponte del mare, con un monitoraggio da eseguire ogni mille metri cubi di sabbia rimossa. «Il dragaggio risolve un’emergenza che si è protratta e aggravata nel tempo ma che rischia di riprodursi se non si risolveranno problematiche superabili solo con la progettazione e con l’attuazione del nuovo Prg portuale» è la considerazione finale che trova d’accordo Capitaneria, operatori portuali e marineria.
IL DEGRADO GENERALE
Superata l’emergenza dragaggio si pone l’urgenza di una sistemazione generale dell’area portuale oggi trascurata ovvero semi abbandonata: lo dimostrano i cespugli spuntati sul ciglio della strada che costeggia il canale, la struttura della dogana rimessa a nuovo per 180 mila euro e di fatto inutilizzata per mancanza di traffico, e lo stesso vale per la stazione marittima e locali annessi, uffici ed ex biglietterie oggi con le saracinesche tristemente abbassate. È di qualche giorno fa la richiesta della Camera di commercio per l’utilizzo della stazione marittima per ospitare corsi di formazione di personale marittimo, e non solo, per i quali l’ente camerale ha reperito una serie di finanziamenti.

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