Aria di bufera in aeroporto dove si prevede un agosto rovente. Dopo la firma del decreto presidenziale, non ancora ufficializzata, sulla regolarizzazione dell’accesso dei taxi all’interno dello scalo, non si placano le proteste dei conducenti du auto bianche. Anzi, le prossime manifestazioni, annunciate da chi sostiene la competenza municipale del servizio, potrebbero allargarsi a livello nazionale e coinvolgere tassisti di altre regioni. «Il governatore Gianni Chiodi ha firmato il decreto che rende noti i numeri dei taxi in servizio - ha detto l’assessore regionale ai trasporti e mobilità, Giandonato Morra -. Gli accessi sono così distribuiti: 9 per Pescara, 3 per Chieti a 1 per San Giovanni Teatino».
DECRETO CONTESTATO
Una firma che purtroppo non mette la parola fine alle lunghe proteste dei mesi scorsi tra tassisti teatini e pescaresi (tra chi sostiene la liberalizzazione contro quelli a favore della territorialità), per la competenza sulla piazza aeroportuale, non senza difficoltà per gli utenti. «Tariffari e licenze rimarranno di competenza dei Comuni. Si auspica che la formula diventi più ampia per future collaborazioni» ha concluso Morra che prevede ricorsi e strascichi. «Faremo un putiferio - ha esordito Antonio Abagnale, dell’Uritaxi (una sessantina di licenze in Abruzzo). Dopo la pubblicazione ufficiale faremo sicuramente ricorso. La prossima settimana intanto è programmata una riunione col direttivo a Roma. Siamo contrari all’ingresso di altri tassisti nel territorio di competenza. Andremo avanti e non demorderemo. Prepareremo altri scioperi in aeroporto e coinvolgeremo centinaia di altri tassisti da tutta Italia».
IL NODO DELLA COMPETENZA
A non andare giù non è la semplice presenza dei tassisti teatini «che - aggiunge Abagnale -, se corretti, dovrebbero aspettare il loro turno dopo le prime macchine pescaresi in fila, secondo la regola, il problema è che i tassisti di Chieti vanno avanti lasciando i loro biglietti da visita con recapiti personali, così vengono contattati direttamente dall’utente, togliendo lavoro a chi sta fermo in aeroporto. Se il tassista teatino si limitasse a riportare in città i suoi residenti andrebbe bene. Il problema al contrario sarebbe per i tassisti pescaresi: rischiano la paralisi vedendo invasa la loro città dai colleghi di altri Comuni. Facciamo pochi viaggi nel pomeriggio dall’aeroporto, due al massimo in inverno, si lavora con i voli Ryanair, e la maggior parte degli utenti aspetta il bus. In venti regioni prevale la legge della competenza territoriale». Di tutt’altro parere Luigi Colalongo, responsabile regionale Confartigianato Taxi: «Non abbiamo ancora visto il decreto, se fosse vero sarebbe il primo passo verso un servizio metropolitano: unificare sulla stessa area tutti i tassisti. Non ha più senso limitare ai soli Comuni di appartenenza un servizio pubblico. Speriamo in questo modo nella vivacizzazione degli introiti e in vantaggi economici anche per gli utenti».