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Data: 06/08/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Vertice Visco-Letta «Per l’economia la svolta è vicina ma serve stabilità»

ROMA Attenzione a non rovinare tutto. Perché siamo davvero vicini al punto di svolta. Perché l’uscita dalla recessione è a un passo anche se la ripresa sarà lenta, graduale e, soprattutto, fragile. Massima allerta quindi a non inceppare il meccanismo con una crisi politica o, peggio, con un lungo periodo di turbolenza. Dal vertice a Palazzo Chigi tra il premier Enrico Letta, il ministro Fabrizio Saccomanni e il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, arriva un segnale di cauto ottimismo. A patto, ha ripetuto il numero uno di Via Nazionale, che non vengano dispersi i frutti del lavoro svolto fino ad oggi, ovvero che la stabilità faticosamente raggiunta non venga compromessa. Una condizione non secondaria alla luce delle schermaglie tra Pd e Pdl dopo la sentenza di condanna di Berlusconi. Il rischio di una crisi, nonostante la tregua in atto, è sempre dietro l’angolo. L’ultima cosa ovviamente che si augura Letta. Con Saccomanni ed il premier, Visco ha fatto il punto della situazione, condividendo con il ministro dell’Economia la convinzione che il peggio sia davvero passato. O meglio che la fase più dura della crisi, salvo un avvitamento dei mercati finanziari legato proprio alle turbolenze politiche, al momento sopite, non trovi nuova linfa.
I SEGNALI

Nella colazione di lavoro a Palazzo Chigi, peraltro programmata da tempo, Visco ha spiegato che i segnali di miglioramento della congiuntura sono confortanti. E che provengono proprio dal settore manifatturiero, il più colpito dalla recessione. Segnali che s’iscrivono in un quadro internazionale anche questo positivo. Certo, ha aggiunto Saccomanni, l’andamento del Pil, che verrà reso noto oggi, ha ancora un segno meno (-0,4%), ma i dati della produzione dimostrano finalmente un’inversione di tendenza. Da qui l’invito, anzi l’esortazione, del resto condivisa, a soffiare sulle braci della ripresa. Ripresa che tornerebbe in alto mare qualora l’ipotesi di lezioni anticipate dovesse riprendere corpo. Visco ha anche rassicurato il presidente del Consiglio sulla solidità complessiva del sistema bancario, pronto a dare un supporto in questa fase delicata. Ma non ci sono solo luci. Per Bankitalia c’è anche un’area di difficoltà, circoscritta ma presente.
AREE DI CRISI

Banche di medie e piccole dimensioni che hanno la necessità, abbastanza urgente, di dotarsi di coperture, rafforzando il patrimonio e il proprio assetto. Del resto la Vigilanza ha già acceso un faro su queste situazioni per evitare che eventuali situazioni di stress, peraltro sempre possibili, possano causare guai peggiori sui conti di questi istituti. Una analisi della situazione anche in vista del varo dell’unione bancaria europea.
IL RISCHIO RATING

Nell’incontro si è anche parlato del rischio rating. Ovvero della possibilità, per ora remota ma sempre possibile, di una nuova bocciatura dell’Italia a causa di uno shock politico. Che farebbe evaporare quel dividendo di stabilità, dicono da Palazzo Chigi, faticosamente conquistato. E a cui nessuno dei tre protagonisti del summit vuole rinunciare.

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