C’è chi da un tunnel vorrebbe uscire mentre decine di senza fissa dimora, a Pescara, sono costretti a viverci anche in questi giorni di gran caldo, per sopravvivere. Tutto ciò accade appunto nella galleria della stazione centrale che collega via Enzo Ferrari all’area. Ogni sera, all’imbrunire, decine di senzatetto muniti di cartoni affollano il tunnel per trascorrervi la notte. Tutto questo fino al mattino, quando se ne vanno prima che gli addetti della stazione procedano con le pulizie le quali, però, non cancellano gli odori né tanto meno le condizioni di vita precarie degli indigenti. È un pugno nello stomaco all’altra città, quella delle vetrine e della movida.
Ha denunciato con forza il problema, ieri, il consigliere comunale del Partito democratico Antonio Blasioli: «Il Comune di Pescara - ha spiegato - non deve sottovalutare questa emergenza sociale. Non si può limitare all’ennesimo sfratto di questi senza tetto che finiranno per aggravare la situazione in un altro luogo di Pescara. Bisogna cercare, per quanto possibile, di trovare una soluzione che ridia loro un minimo di dignità e che restituisca dignità e sicurezza percepita anche alla città. L’amministrazione comunale e le associazioni del territorio si facciano carico dei problemi di queste persone». Inoltre, la paura del consigliere comunale è che la stazione ferroviaria, a seguito della chiusura notturna, finisca per intraprendere la via del degrado come accaduto ad infrastrutture strategiche, quali l’ex Cofa e l’ex colonia Stella Maris, altri ricoveri di disperati: «Se pensate - ha proseguito Blasioli - che all’interno della stazione di Pescara ci sono 19.000 metri quadri di spazi e che solo 2000 metri quadri sono affittati, ci si rende subito conto di che occasione perde la città nel suo centro. Sarebbe bello, invece, che questi spazi ospitassero biblioteche e centri di aggregazione che ridiano vita ad un centro che si è svuotato, ma che assicuri sicurezza e controllo ad una stazione bellissima, ma sempre più abbandonata».
Alla sfida lanciata da Blasioli non si sottraggono le tante associazioni che da anni lavorano proprio per assistere al meglio i clochard della stazione, come la Comunità di Sant’Egidio che, settimanalmente, si reca sul posto per offrire loro un pasto caldo e, d’inverno, una coperta: «Per capire la gravità di questa ennesima situazione - ha riflettuto Roberta Casalini, responsabile pescarese di Sant’Egidio - vogliamo prima valutare se con l’apertura autunnale del nuovo dormitorio Caritas, le cose cambieranno. Per il resto, siamo disponibili a confrontarci sul problema con l’amministrazione comunale e le altre associazioni coinvolte. Stiamo parlando dei poveri dei poveri, come i rom malvisti da parte della cittadinanza». Richiede, invece, un esame di coscienza collettivo la Caritas diocesana: «È giusto segnalare queste persone in difficoltà - ha affermato il direttore don Marco Pagniello -, ma è opportuno che tutti, come noi, facciano la propria parte, politici compresi. Perché i consiglieri comunali non rinunciano ad un paio di gettoni di presenza, per pagare l’albergo a questi senza fissa dimora?». Anche l’amministrazione comunale, dal canto suo, ha replicato: «Il nostro obiettivo - dice Guido Cerolini, assessore alle Politiche sociali - è quello di riuscire a condurre anche quei 15 irriducibili al dormitorio di via Alento non appena, risolti i problemi con l’Enel, lo avremo aperto a inizio autunno».