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Data: 09/08/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Imu sulla prima casa dubbi di Saccomanni sull’abolizione totale

9 proposte, il Mef pensa alla “service tax” gestita dai Comuni Brunetta lo attacca: «Non è più il momento delle ipotesi»

MILANO Non è piaciuta per niente al Pdl la scelta del ministro Saccomanni di pubblicare sul sito del ministero nove ipotesi per la riforma dell'Imu. «Basta balletti. Va tolta su prima casa o governo rischia. Serietà e coerenza. L'Imu sulla prima casa si toglie e basta»: ha subito twittato Maurizio Gasparri, solo ultimo in una giornata di bordate iniziate di primo mattino con una nota di Renato Brunetta: «Entro il 31 agosto il governo si è impegnato a varare la riforma della tassazione degli immobili, ma ad oggi, 8 agosto, ancora nessuna proposta da parte del ministro Saccomanni», ha scritto il capogruppo del Pdl alla Camera invitando il ministro dell’Economia a fare ipotesi serie e non «follie» come ad esempio passare la palla ai Comuni o pensare di far pagare ai cittadini la seconda rata. Saccomanni, impassibile, nel pomeriggio ha fatto pubblicare sul sito del Mef un lungo documento con una breve premessa: «Le scelte politiche debbono basarsi su adeguati approfondimenti tecnici». E proprio per consentire al mondo politico di avere gli strumenti adeguati per decidere come dovrà essere la futura Imu, il ministro ha pubblicato un documento che «intende offrire una rassegna delle diverse ipotesi di intervento sulla tassazione immobiliare che sono emerse nel recente dibattito, corredandole con valutazioni di natura quantitativa e qualitativa». Il governo, ricorda il ministro nell'introduzione, è impegnato in una «complessiva riforma dell'imposizione sugli immobili, che è impegnato a definire entro la fine del mese di agosto». Il documento messo a punto da Saccomanni, offre delle valutazioni «su una gamma di ipotesi di intervento» e dice con chiarezza che l'ipotesi di esenzione totale dell'Imu sulla prima casa «non sembra pienamente giustificabile sul piano dell'equità ed efficienza del tributo» in quanto la misura avrebbe «un effetto fortemente regressivo: il beneficio aumenterebbe al crescere del reddito complessivo». L'approccio tecnico di Saccomanni non è piaciuto al Pdl che è subito tornato all'attacco: «Apprezziamo molto - dice in serata Brunetta - le 105 pagine che il ministro Saccomanni ha pubblicato. Certamente un ottimo lavoro da ufficio studi, delle cui valutazioni di natura quantitativa e qualitativa terremo assolutamente conto. Oggi, però, occorre fare delle scelte che si basano sull'assunzione di responsabilità politiche, in virtù degli impegni presi non solo a livello di maggioranza, ma anche, soprattutto, nei confronti del Paese. Gli impegni del governo sulla riforma della tassazione degli immobili, che contempli l'eliminazione dell'Imu sulla prima casa, sono stati chiari fin da subito, indipendentemente dai punti di forza e di criticità dei diversi interventi ipotizzati dal Mef nel documento pubblicato. Non è più il momento delle rassegne; non è più il momento delle ipotesi». Brunetta dichiara esplicitamente di preferire l'iter ipotizzato dal sottosegretario all'economia, Pier Paolo Baretta del Pd: «Agli italiani abbiamo detto che non dovevano pagare la prima rata dell'Imu a giugno, troverei singolare che gli chiedessimo di pagarla a settembre». Baretta invita la cabina di regia governo-maggioranza a fare una valutazione attenta: «Serve una valutazione complessiva perché ci sono anche gli interventi da fare sul cuneo fiscale, la Cig e gli esodati, oltre alla necessità assoluta di allentare il patto di stabilita» conclude. Una delle ipotesi sul tavolo è «l'accorpamento in una service tax, affiancata a misure per dare più spazio ai comuni e al loro potere di decisione, su che tipo di interventi fare», spiega Baretta.

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