ROMA «Non ho intenzione di attendere oltre. Dal 16 agosto si parte, e io sarò in prima fila con voi, sulle spiagge e nelle piazze. Poi, il 14 o il 15 settembre, questo ditemelo voi, rifondiamo Forza Italia e ci va dritti a votare». E’ un fiume in piena, il Silvio Berlusconi di queste ore. Ogni speranza di trattare un salvacondotto con il Quirinale è stata abbandonata. «Sul piano personale mi dispiace, perché lo stimo, ma non mi sento più tutelato», raccontano si sia sfogato l’ex premier. Di qui la decisione di dedicarsi ventre a terra alla sua ultima, più grande, battaglia. «Una battaglia che condurrò da uomo libero, se me lo concederanno, o da dietro le sbarre, ma sarò in prima linea», assicura. Candidato e leader del centrodestra o meno conta poco. Ciò che davvero gli preme, giura chi gli è accanto in questo brutto agosto, è preservare la figlia Marina da un impegno diretto. «Ha dei figli piccoli, la massacreranno», è l’angoscia del Cavaliere. Ma se non si potrà fare diversamente, ormai è chiaro, è pronto anche a chiederle questo sacrificio, mettendola alla guida della coalizione.
CONSIGLIO DI GUERRA
Un fiume in piena, appunto. Sarà anche avvilito e di umor nero, come è facile dipingerlo, dal giorno della sentenza, ma stavolta la linea è una sola e suona assai simile al biblico un «muoia Sansone con tutti i Filistei». Il guaio è che «i Filistei» si annidano ovunque. Certo non ad Arcore, villa San Martino, dove il Cavaliere si è rinchiuso da giorni con la sola compagnia della fidanzata, Francesca Pascale, dei figli e degli amici più veri e più fidati: Fedele Confalonieri, Ennio Doris, Marcello Dell’Utri. Familiari stretti e amici strettissimi cui però, l’altra sera a cena si sono aggiunti, e non a caso, Daniela Santanché, ormai leader dei falchi del Pdl, e il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti. Un vero e ristrettissimo comitato politico che ha preso decisioni politiche e operative tutte molto impegnative. Il coordinatore sempre più potente del Pdl, Denis Verdini non c’era solo perché è ancora a Roma a lavorare e a tessere le fila organizzativa di quella campagna estiva azzurra che si scatenerà a partire da dopo-Ferragosto e che è composta di tre tappe: 1) tour estivo nelle località balneari con spot tv e 6x3 già prenotati da Riccione a Portofino, dalla Puglia alla Sicilia, con il Cav presente e al grido-slogan di “Liberiamo Silvio”, più aerei che volteggiano e, forse, Nave azzurra; 2) trasloco della sede del Pdl, ormai già Forza Italia, a San Lorenzo in Lucina dal 26 agosto e preparazione della manifestazione che darà il là alla rinascita di Forza Italia 2.0 e che si terrà il 14/15 settembre a Roma «proprio come il 6 febbraio ’94 alla Fiera di Roma si tenne la prima grande convention di Forza Italia», dice Ignazio Abrignani, che nel ’94 c’era; 3) elezioni politiche anticipate, appunto, il 24 novembre, ultima data utile per votare in autunno e, dunque, per permettere in qualche modo al Cav di candidarsi lui stesso.
I FILISTEI
I Filistei, però, che si oppongono a tale piano di guerra sono tanti, interni ed esterni. A Roma, dove c’è Gianni Letta, un grande e vero amico, certo, che ha condotto l’estrema missione diplomatica con Napolitano, e a Milano, dove vivono gli «gnomi» della Finanza e in Borsa, poteri forti di salotti tanto buoni quanto ritenuti avversari dal Cav. Margini per una linea ”morbida” non ce ne sono più. L’ex premier ha ritenuto troppo alto il prezzo da pagare: nessuna crisi o sfiducia al governo Letta, e per nessun motivo, attesa fiduciosa in una soluzione che i consiglieri giuridici del Colle si accingerebbero, con tutta calma, a studiare sì, ma dopo l’estate. Soluzione condita, magari, da un beau geste, quelle dimissioni da senatore cui Berlusconi non ha mai pensato neppure per un minuto. E se la linea dell’attesa, che gli continuano a suggerire le colombe avvertendolo che Napolitano potrebbe arrivare fino al punto di dimettersi non solo perché non c’è una nuova legge elettorale, ma anche perché, cadendo il governo Letta, potrebbe dichiarare esaurito il suo mandato, il Cavaliere non ha più intenzione di perdere tempo.
La campagna elettorale è già iniziata. Ieri, il piatto di giornata prevedeva l’attacco sull’Imu, una promessa fatta in campagna elettorale che – ha spiegato in una lunga nota uscita a freddo, di buon ora – «è alla base del patto che ha fatto nascere il governo». Rompere il lungo silenzio di questi giorni con un tema caro agli italiani come le tasse e la casa per lui è il top. Ma se sull’Imu la dead line è fissata al 31 agosto e se sulla soluzione politica che Napolitano dovrebbe trovare l’ultima data accettabile cade ben prima del 9 settembre, la campagna elettorale di Berlusconi inizia subito, il 15 agosto. La inizierà da uomo libero e potrebbe concluderla da prigioniero. Sarà di certo il più grande spot elettorale che il Cavaliere avrebbe mai potuto immaginare.