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Data: 10/08/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Letta: governo solido ma c’è il rischio di un autunno caldo

ROMA «Siamo abituati a navigare tra le tempeste, onde e marosi, però la nave si mostrando molto più solida di ciò che pensano i nostri detrattori». Il capitano Enrico Letta ovviamente parla del suo governo ma in quel momento non si aspettava l'onda alta sollevata dall'ultimatum di Berlusconi sull'Imu. Aveva in mente invece i possibili ammutinamenti, le tensioni e fibrillazioni sotto coperta dove si agita un partito Democratico che non trova sfogo nel dibattito congressuale tutto interno. Dall'altra parte, colombe e falchi del Pdl che nel partito del Cavaliere puntano dritti al voto con l'alibi dell'agibilità politica del Capo, per il quale il presidente Napolitano ha però congelato tutto. Letta tiene duro e incassando il voto finale al più che tribolato decreto “del Fare” si prepara ad affrontare un autunno difficile. Declinato nei vari modi il messaggio inviato alla maggioranza e sempre lo stesso: il presidente del Consiglio si vuole occupare solo dei problemi reali e tra questi c'è il lavoro e l'occupazione che al ritorno dalla pausa estiva può diventare la causa dell'esplosione di forti tensioni sociali. Illustrando il piano industriale della Cassa Depositi e prestiti, Letta conferma i segnali di ripresa che tuttavia dice «sappiamo benissimo rischia di essere una crescita senza lavoro», questo è il pericolo da evitare e «noi vogliamo lavorare perché non sia anemica e legarla alle misure per favorire l'occupazione». L'autunno sarà difficile e sono gli stessi indicatori economici che segnalano l'inversione del ciclo negativo ma che prevedono mesi nerissimi per la disoccupazione in tutta l'eurozona. Sulla Cassa Depositi occhi puntati sul futuro delle privatizzazioni e tutti guardano al futuro dei gioielli di famiglia. Letta conferma che la Cdp avrà un ruolo importante ma insiste sulla funzione di braccio finanziario armato della banca pubblica per affrontare questa fase della crisi. «Si tratta di un piano industriale che può raggiungere la cifra enorme di 95 miliardi, un'occasione straordinaria che va colta» ha spiegato il premier, aggiungendo che l'istituto opererà in stretto contatto con le due sorelle, francese e tedesca, per far ripartire gli investimenti. Nel prossimo triennio il piano «consentirà di mobilitare una grande quantità di risorse che la Cassa Depositi e prestiti metterà a sostegno della ripresa». Ma le politiche della finanza pubblica non saranno solo indirizzate nel campo industriale ma anche «con nuove linee a favore delle famiglie, come per esempio l'aiuto all'acquisto della prima casa e nel quadro più ampio del social housing» ha spiegato il presidente del Consiglio. Con il presidente Franco Bassanini e l'amministratore delegato Giovanni Gorno Tempini, Letta ha assicurato che gli ambiti dell'intervento della Cassa saranno ampliati proprio per consentirle di mettersi al passo con gli istituti di credito a capitale pubblico degli altri paesi. Stabilità: quello del premier è come un mantra rivolto a chi ogni giorno cerca di minare il clima di fiducia, invitando a non perdere mai di vista lo spread che qualcuno sembra avere dimenticato ma che resta un pericolo sempre in agguato. «Oggi siamo ai minimi (la giornata si è chiusa a 250 punti) e questa è la dimostrazione che l'Italia è un paese nel quale ci si può tornare a fidare. Questo è figlio della stabilità che non vuol dire staticità - ha sottolineato Letta - un segnale importante che spero si guardi da tutte le parti politiche».

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