PESCARA I politici del Comune non vogliono rivelare i loro redditi. Nessuno, sinora, ha infatti presentato la documentazione richiesta, circa un mese fa, dal direttore generale Stefano Ilari riguardante la situazione patrimoniale e i compensi percepiti. Assessori e consiglieri sembrano aver ignorato la lettera inviata il 9 luglio scorso, in cui Ilari invitava tutti gli amministratori a rispettare gli obblighi di legge sulla trasparenza, ricordando la pena pecuniaria prevista per i trasgressori, pari a 10mila euro. La richiesta è caduta nel nulla e ora il direttore generale ha spedito a tutti gli interessati una nuova lettera di sollecito, precisando che tutti i politici sono obbligati a pubblicare i dati sulla loro situazione patrimoniale sul sito Internet del Comune. Per la verità, solo alcuni consiglieri e assessori hanno pubblicato in passato sul sito le loro denunce dei redditi. Ma quelle denunce non sono sufficienti, in base a quanto stabilisce la legge sulla trasparenza. «L’articolo 14 del decreto legislativo del 14 marzo 2013, numero 33», ha ricordato Ilari nella sua lettera, «impone obblighi di pubblicazione concernenti i componenti degli organi di indirizzo politico. In applicazione di tale norma, il responsabile della trasparenza del Comune (il direttore generale, ndr) deve richiedere a tutti i componenti politici dell’amministrazione i seguenti documenti, ai fini della pubblicazione sul sito istituzionale nell’apposita sezione “Amministrazione trasparente”». I documenti richiesti a sindaco, assessori e consiglieri sono: l’atto di nomina o di proclamazione e la durata dell’incarico o del mandato elettivo; il curriculum; i compensi, gli importi di viaggi di servizio e missioni pagati con fondi pubblici; i dati relativi all’assunzione di altre cariche in enti pubblici o privati e i relativi compensi; gli altri eventuali incarichi con oneri a carico della finanza pubblica e l’indicazione dei compensi spettanti; le dichiarazioni patrimoniali limitatamente al soggetto interessato, al coniuge non separato e ai parenti entro il secondo grado, «ove gli stessi vi consentano». Così, il sindaco, i dodici assessori e i quaranta consiglieri, compreso il presidente del consiglio comunale, sarebbero al momento inadempienti, anche se le legge prevede sei mesi di tempo per ottemperare agli obblighi dall’entrata in vigore del provvedimento. Ilari non ha voluto perdere altro tempo. Alcuni giorni fa ha inviato un’altra lettera al sindaco Mascia, al presidente del consiglio De Camillis e a tutti gli assessori e consiglieri comunali per ricordare i loro obblighi. E con l’occasione ha comunicato le risposte della Civit (Commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche) ad alcuni quesiti riguardanti l’applicazione della legge sulla trasparenza. È stato ribadito, quindi, che sono tenuti alla pubblicazione dei dati Province, Comuni, Comunità montane, loro consorzi e associazioni, nonché le società partecipate non quotate. «Con riferimento ai Comuni», ha scritto Ilari, «si specifica che sono soggetti agli obblighi di pubblicazione, relativamente alla situazione reddituale e patrimoniale dei titolari di cariche elettive, i Comuni con popolazione superiore a 15mila abitanti». «Infine», ha concluso il direttore generale, «sono obbligati alla pubblicazione dei dati il sindaco, gli assessori e i consiglieri in carica dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo 33/2013».