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Data: 11/08/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Imu, Bruxelles vuole certezza sulle coperture. Monti con il Pd. Alta tensione nella maggioranza. Anche Scelta Civica contro l’abolizione.

ROMA «Se si arrivasse ad una crisi di governo sull'Imu tutti, vincitori e vinti, rimarrebbero seppelliti da una scelta devastante». È stato questo “no” di Mario Monti alla battaglia avviata dal Pdl per cancellare del tutto l'Imu, unito all'analogo “niet” di Epifani, a movimentare la prima giornata di ferie della politica. Giornata su cui si è abbattuto il nuovo avvertimento dell’Unione europea. Bruxelles non interviene ufficialmente, ma fonti della Commissione osservano che il nodo dell’Imu «è una questione chiave per l’Italia per mostrare il continuo impegno alle riforme strutturali» e che «possono andar bene anche misure equivalenti». Traduzione: qualunque intervento deve avere «certezza di copertura» e «vanno rispettate le raccomandazioni». Per l’Italia è tassativo spostare la pressione fiscale dal lavoro a consumi e proprietà. L’esatto contrario della cancellazione dell’Imu.
Ma torniamo a Monti. L’ex premier ha ricordato che l'Imu non è nel programma di governo. La stessa cosa ha fatto Guglielmo Epifani: Letta, ha sostenuto il segretario Pd, non ha parlato di abolizione ma di «superamento» dell'attuale tassazione sulla prima casa, «dando il tempo a governo e Parlamento di elaborare una riforma» che «dia ossigeno alle famiglie, soprattutto quelle meno abbienti».
Monti ha lanciato un preoccupato allarme: se si arrivasse ad elezioni anticipate «il cumulo di macerie seppellirebbe in ugual misura vincitori, sconfitti e tutti i cittadini, compresi quelli a cui si vorrebbe far credere che si è arrivati alla rottura per tener fede alla promessa di liberarli sull'Imu. Scelta Civica si opporrà a richieste eccessive non coerenti nè con la situazione economico-finanziaria». Insomma un avvertimento al Pdl a non esagerare.
IL DUELLO

Il richiamo ha trovato immediata eco nello scambio tra Stefano Fassina, vice ministro dell'Economia, e Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl. «Nessun ricatto sarà accettato dal Pd», dice Fassina che ricorda il precedente della grazia chiesta all'indomani della sentenza Mediaset dal Pdl. Anche Fassina parla di elezioni: «Nessuno sia così irresponsabile da far precipitare il Paese nel voto anticipato». Brunetta risponde a stretto giro ribadendo di avere grande fiducia in Letta, ma di non averne nel Tesoro che finora ha fatto solo «chiacchiere e ipotesi» sull'abolizione dell'Imu. Ragion per cui il Pdl non accetterà testi presentati con la logica del «prendere o lasciare».
E così l'intera giornata è ruotata attorno a due parole chiave: ricatto e provocazione.
Francesco Giro dice che non vi è alcun ricatto dal Pdl e Daniela Santanché invita Fassina a non usare la parola ricatto, «pur essendone evidentemente un esperto». A fine giornata è il responsabile economico del Pd, Matteo Colaninno, a invitare a non continuare nel gioco al rialzo: «È fondamentale rimanere ancorati alle parole ribadite ancora ieri da Letta, va superato l'intero impianto della fiscalità sugli immobili ricercando un compromesso che assicuri da una parte stabilità dei conti dello Stato e dei Comuni, dall’altra la vera priorità cioè guidare il Paese in una fase economica nuova. Per questo non possiamo permetterci di dissipare 4 miliardi sulla prima casa, ma si deve tutti quanti ricercare una soluzione equilibrata».

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