ROMA Enrico Letta l’ha ripetuto anche ieri: «Entro il 31 agosto si troverà la soluzione sull’Imu». E mentre i tecnici continuano il lavoro di esplorazione e di sintesi delle varie proposte, mercoledì 21 dovrebbe tornare a riunirsi la cabina di regia governo-maggioranza alla presenza del ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni e del premier che nel pomeriggio rientrerà da una visita ufficiale a Vienna.
Sotto il fuoco delle artiglierie qualcosa si muove. Il Pdl sta mettendo a punto un nuovo progetto di “service-tax” che, rispetto a quella vagheggiata dal Pd, differisce essenzialmente su un solo punto. Ma decisivo: «Vogliamo l’introduzione di un’Imu federalista», spiegano fonti accreditate del Pdl, «che includerà varie imposte locali ma che escluderà categoricamente dal nuovo regime fiscale la prima casa». Insomma, come per la ”Service-tax”, l’Imu “federalista” conterà la Tares e l’imposta sugli immobili. Ma vieterà espressamente ai sindaci di tassare la prima casa. Perché, dirla con Roberto Calderoli che dell’Imu è il padre, «tassarla è incostituzionale».
Il Pd sta annusando questa proposta. E non esclude a priori di poter rispondere con un sì. «Tutto dipenderà dai saldi», dice Francesco Boccia, lettiano doc presidente della Commissione bilancio della Camera, «si può anche affermare che la prima casa non entri nella prossima tassa locale, ma il minor gettito dovrà essere compensato da un inasprimento della Tares e delle imposte sulle seconde e terze case».
In più, per il Pd la nuova imposta «dovrà essere costruita con radici e coefficienti diversi, tenendo conto del valore dell’immobile e della zona in cui sorge, in modo da garantirne l’equità». «Non può accadere», spiega Boccia, «che chi vive in via Condotti paghi la stessa service-tax o la stessa Imu federalista, chiamatela come volete, che versa chi abita nei palazzoni della Serpentara o di Corviale».
IL NODO DI DICEMBRE
Al Tesoro e a palazzo Chigi stanno studiando anche la «soluzione ponte» per evitare di far pagare la rata di dicembre dell’Imu, visto che la nuova “Imu federalista” o la nuova “service-tax”, entrerà a regime dal primo gennaio 2014. In ballo ci sono 2 miliardi quelli, appunto, per la rata di dicembre: i 2,4 per la cancellazione dell’acconto di giugno rinviato a settembre, sono già previsti. E al Tesoro stanno cercando «disperatamente le coperture». Una soluzione prova a offrirla Daniele Capezzone, Pdl, presidente della commissione Finanze della Camera: «Nei primi mesi di quest’anno le entrate tributarie sono aumentate di 9 miliardi rispetto al 2012. Con questo extra-gettito si può abolire l’Imu e scongiurare l’aumento dell’Iva».
Intanto, però, continua lo scontro. Quello che fa parlare il Pdl di crisi di governo e il Pd di «indegna strumentalizzazione». A Renato Brunetta che invocava la cabina di regia, ha risposto Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera: «Questa cabina di regia non deve però parlare solo di Imu, ma anche del rifinanziamento della cassa integrazione in deroga e delle correzioni alla riforma targata Fornero. Bisogna distribuire equamente le risorse disponibili: sarebbe curioso se, in un governo di coalizione, fossero soddisfatte solo le esigenze del centrodestra». Immediata la replica di Brunetta: «Damiano ha perfettamente ragione, nella cabina di regia si deve parlare di tutto, anche del pozzo senza fondo tanto caro al Pd dei cosiddetti esodati. Il Tesoro faccia le opportune istruttorie, nulla dovrà essere dato per scontato o acquisito. Sarebbe curioso se un governo di coalizione fossero soddisfatte solo le esigenze della sinistra». Nella contesa entra il ministro Giampiero D’Alema: «L’Imu va eliminata, soprattutto nei confronti del ceto medio, che oggi si trova in una condizione di prelievo fiscale insopportabile. C'è un accordo politico sull’Imu fatto in sede di nascita del governo Letta, che va rispettato». Secondo il ministro dell’Udc, la discussione sull’Imu dovrebbe essere «l’occasione per ridistribuire il carico fiscale».