PESCARA Per il governatore sono contestazioni minime rispetto ai problemi di tre anni fa, per il segretario regionale del Pd Paolucci è un passaggio molto grave all’interno della tormentata vicenda della sanità commissariata. La polemica è servita anche sul tavolo del Ferragosto e il terreno di scontro è quello di sempre, la sanità. Tutto ruota intorno al verbale del tavolo di monitoraggio con i ministeri dell’Economia e della Salute che si è svolto il 25 luglio scorso. Il governatore Chiodi aveva detto che i passi avanti riscontrati erano decisivio per chiedere la fine del commissariamento. Nel verbale i tecnici del ministero accusano la Regione di «non leale collaborazione» in materia di redazione del bilancio. Ci sono «informazioni fragili sulla contabilità», manca il piano operativo per il triennio 2013/2015, non ci sono ancora notizie certe in tema di rete di emegenza/urgenza, punti nascita e gli accreditamenti delle strutture private sono indietro. Chiodi nell’edizione di ieri ha chiarito punto per punto concludendo che «se tutto fosse a posto al 100% non saremmo tra le Regioni commissariate. Invece siamo in corsa per essere la nona Regione per raggiungere i Lea»
Di altra opinione è il segretario regionale Silvio Paolucci: «Se questa grave denuncia fosse confermata saremmo di fronte ad un presidente-commissario che continua a nascondere ai cittadini la verità sullo stato del sistema sanitario regionale. Chiodi abbia il coraggio di riferire in Consiglio regionale e dire la verità. Chiodi, come per la data del voto, continua ad avere un atteggiamento omissivo e reticente. Nel verbale, infatti, si sottolineerebbero sia lacune nell’applicazione del Piano sanitario 2008-2010, sia, più volte, l’assenza di un nuovo Piano sanitario regionale, proprio gli strumenti necessari all'Abruzzo su cui noi sollecitiamo Chiodi dal primo giorno. Il commissario-presidente dica ai cittadini a che punto sono i piani per la salute mentale e la rete di emergenza urgenza, se si sta scrivendo o no un nuovo Piano sanitario regionale, chi lo sta scrivendo e perché non vengono rispettate le scadenze imposte dal ministero».