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Data: 14/08/2013
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Il Senato salva il posto a molti sindaci abruzzesi

PESCARA La conservazione delle poltrone mette d'accordo centrodestra e centrosinistra, consentendo a numerosi politici abruzzesi di mantenere i doppi incarichi. L'ex ministro Severino, con la cosiddetta legge anticorruzione, aveva provato a sancire l'incompatibilità tra gli incarichi nelle pubbliche amministrazioni e gli incarichi nell'ambito di organi di indirizzo politico. Ispirandosi allo stesso principio, il decreto numero 138 del 2011 aveva stabilito l'incompatibilità tra la carica di sindaco e quella di parlamentare. Norme ragionevoli per qualsiasi cittadino, ma non per i politici italiani, che quando si tratta di difendere privilegi, rendite di posizione e vantaggi economici, non sembrano avere alcuna difficoltà a fare fronte comune. Sono bastate un paio di modifiche ai due decreti, nel corso di un passaggio in Commissione al Senato, per assecondare gli istinti di autoconservazione. La sveltina estiva, di stampo bipartisan, consentirà infatti a figure come Filippo Piccone di continuare ad esercitare la funzione di sindaco e allo stesso tempo quella di deputato. L'incompatibilità scatterà soltanto a partire dalla prossima legislatura e sarà un problema di chi verrà dopo. Oltre al primo cittadino di Celano, possono esultare anche Massimo Cialente (sindaco dell'Aquila e dirigente della Asl locale), Gianni Di Pangrazio (sindaco di Celano e dirigente della Provincia dell'Aquila), Maurizio Brucchi (sindaco di Teramo e medico ospedaliero), Alfredo Moroni (assessore del Comune dell'Aquila e dirigente della Regione). Nessuno di loro sarà costretto a scegliere: le modifiche agostane, infatti, hanno disposto che la legge anticorruzione non si applica agli incarichi conferiti prima della data di entrata in vigore della norma. Anche in questo caso, il cerino resterà nelle mani dei prossimi eletti.

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