PESCARA «Alla lunga la ragione ha sempre la meglio»: inizia così la lettera che i lavoratori di Sistema spa, la società satellite del Gruppo Arpa – trasporti regionali su bus - scrivono dopo essere stati sul punto di perdere il lavoro. Sistema spa svolge servizi di biglietteria e pulizia di Arpa e quest’ultima aveva deciso di venderne le quote ai privati. Il piano era ben avviato, l’acquirente (uno solo per la verità) già si era fatto avanti e per i lavoratori di Sistema si parlava di 40 esuberi, circa la metà. A “salvarli” è intervenuta la Corte di Cassazione che ha detto che una società pubblica non può cedere così una sua consociata. E il presidente di Arpa, Cirulli, convocato in commissione regionale, ha dovuto fare marcia indietro pur accennando alla necessità di dover rivedere l’organico. «II presidente Ci rulli è giunto alle stesse considerazioni a cui erano arrivati i lavoratori di Sistema, con l'aggravante che i lavoratori hanno dovuto rinunciare a 150euro (scioperi) per convincerlo che la strada da percorrere non era quella indicata da lui ma quella dai lavoratori», si legge nella lettera. I lavoratori scrivono che su un punto tuttavia Cirulli ha ragione: «Questa nuova situazione altro non fa che accelerare il processo di ristrutturazione della società, è quello che anche noi vogliamo, partendo però da una analisi dei motivi che hanno portato al dissesto di Sistema». A tal proposito , i dipendenti chiedono dove fossero Arpa e i soci di Sistema quando gli amministratori facevano assunzioni scriteriate: «Quale tipo di controllo hanno effettuato? Perquale motivo ai responsabili dei danni economici subiti dalla società Sistema non viene chiesto di partecipare personalmente al ripianamento del debito? Forse perché i maggiorenti sono gli stessi?». I lavoratori auspicano a questo punto che tutte le parti in causa partecipino a questa discussione «se non altro per non ricadere nello stesso errore, perché non si può chiedere oggi il sacrificio ai lavoratori e al tempo stesso perpetuare con gli errori del passato». «Sul tavolo di confronto dovrà essere discusso tutto, compreso il ruolo del riconfermato Cda che non potrà più essere al tempo stesso controllato e controllore ma dovrà curare esclusivamente gli interessi di Sistema», continuano. In ballo c’è il futuro dei lavoratori , la loro ricollocazione, l'incidenza del costo del lavoro. «Ma«, conclude la lettera dei dipendenti Sistema, «sapendo che quello che si sta per affrontare non è una guerra ma il giusto confronto tra due posizioni diverse da cui dovrà scaturire un compromesso dall'alto valore etico ed economico».