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Data: 18/08/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Cresce il pressing dei sindacati per i dipendenti pubblici precari

ROMA E’ una bomba ad orologeria piazzata nel cuore della pubblica amministrazione. E senza un intervento del governo salterà in aria alla fine dell’anno. Sono 150 mila i lavoratori precari dello Stato col contratto in scadenza destinati a perdere il lavoro. Lo hanno ricordato ieri la Cgil e la Cisl reclamando un intervento su misura per stabilizzarli. La vicenda è spinosa. La maggior parte di questi dipendenti a termine impiegati negli enti locali, nella sanità e nella ricerca va avanti di rinnovo in rinnovo ormai da tre anni e secondo la legge non può restare al proprio posto con una ulteriore proroga. Come quella disposta alcuni mesi fa. Dunque occorre un provvedimento ad hoc senza il quale, ricordano i sindacati, «servizi cruciali come l'assistenza, gli asili nido e le regolarizzazioni degli immigrati, potrebbero chiudere».
VIA STRETTA

La Cisl ha auspicato l’avvio delle trattative per l’autunno. Il coordinatore dei servizi pubblici della Cgil, Michele Gentile, ha ricordato l’impegno che lo stesso premier Enrico Letta aveva preso nelle sue dichiarazioni programmatiche sulle quali ha ottenuto la fiducia quando sottolineò la volontà di trovare una via d’uscita. Occorre ricordare che il ministro della funzione pubblica, Gianpiero D’Alia, proprio dal Messaggero ha promesso di trovare una soluzione al problema entro settembre avvertendo però «che non ci sono risorse aggiuntive e che non si possono fare procedure di stabilizzazione indiscriminate, ma sempre selettive».
La soluzione più volte suggerita da ampi ambienti sindacali potrebbe consistere nell’ampliamento della quota di riserva del 50% già prevista in caso di nuovi concorsi per chi ha maturato almeno tre anni di contratti a termine negli ultimi cinque. Infatti, ancora ieri, la Cgil ha proposto una nuova proroga a dicembre prossimo fino a nuovi concorsi ai quali i precari stessi parteciperebbero con una riserva.
«Anche perché si tratta di lavoratori instabili che svolgono invece ruoli duraturi: una contraddizione in termini» ha spiegato ancora Gentile chiedendo un incontro al ministro della Pa. Ma quanto costerebbe una proroga? L'ex ministro Tremonti nel 2010 tagliò del 50% le spese per il lavoro flessibile con un risparmio di 200 milioni.
Quindi una proroga di 6 mesi, come mostra un calcolo della Cisl, varrebbe 100 milioni. Tuttavia se a dicembre ci fosse un'altra proroga sarebbe la terza di seguito. La soluzione ideale del sindacato è dunque quella di passare dal tempo determinato al tempo indeterminato. «Ma una nuova proroga sarebbe ovviamente meglio dell’interruzione del rapporto» viene fatto osservare. Secondo la Cgil, comunque, «bisogna costruire un percorso che riapra le assunzioni a tempo con scelte mirate, che riveda lo sblocco dei contratti di lavoro a tempo determinato e che superi l’ingiustizia rappresentata dai vincitori di concorso che non possono essere assunti». E sempre in tema di statali, il sindacato di Corso Italia ha calcolato che, a causa del nuovo blocco degli stipendi, in 5 anni (dal 2010 al 2014) i travet vedranno andare in fumo complessivamente 4.100 euro. A settembre si dovrebbe comunque sciogliere il nodo visto che proprio il ministro si è detto disponibile ad affrontare la questione per individuare una soluzione.

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