Il ministro per lo Sviluppo: il Pil crescerà dalla fine dell’anno Compensazione per le imprese fra tasse e crediti con la P.a.
MILANO Il nodo Imu arriva a scadenza e mette sempre più in fibrillazione governo e maggioranza. Mentre i tecnici del Tesoro stanno lavorando all'opzione più probabile, che è quella di una sostituzione integrale dell'imposta sugli immobili con una service tax comunale, il braccio di ferro sul perimetro del provvedimento continua a tenere banco anche perché almeno sulla carta questa dovrebbe essere la settimana decisiva. Le indiscrezioni di un pre-Consiglio dei ministri mercoledì che prepari la riunione ufficiale per venerdì hanno trovato conferma nelle parole, peraltro un po' contraddittorie, del ministro dello Sviluppo Economico ospite al Meeting di Cl. Arrivando a Rimini Flavio Zanonato ha annunciato: «c'è un impegno di Letta a trovare una soluzione entro fine mese o i primi giorni di settembre» aggiungendo che «il Consiglio dei ministri è convocato per venerdì ma non c'è l'ordine del giorno». Secondo il ministro «c'è un impegno preciso, che è quello di togliere l'Imu sulla prima casa, e il governo troverà una soluzione» che Zanonato vorrebbe estendere anche «ai capannoni quando sono beni strumentali delle imprese». Il titolare del dicastero dello Sviluppo Economico ha dato uno sguardo più ampio alla situazione del Paese ben sapendo che almeno una parte della copertura dei mancati introiti previsti dall'Imu e dall'aumento dell'Iva potrebbero arrivare dalla ripresa. «È certo che per la fine dell'anno il Pil ripartirà. Molto probabilmente nel terzo trimestre ma sicuramente con l'inizio del 2014 avremo un avvio in crescita», ha detto il ministro sottolineando che «il calo del Pil si è via via ridotto in questi mesi». Zanonato, parlando della ripresa, ha poi aggiunto: «Quando un malato non ha più la febbre non è guarito, bisogna continuare con le terapie che lasciano guardare con maggiore fiducia all'esito positivo della guarigione». In questo senso il ministero dello Sviluppo sta cercando un «meccanismo di compensazione» almeno parziale tra le imposte e i crediti che le aziende vantano verso lo Stato. «Ci sto lavorando nel decreto del Fare 2», assicura Zanonato che conterrà, aggiunge, anche novità «per abbassare in modo significativo il costo dell'energia elettrica che è davvero eccessivo nel nostro Paese. Si stanno studiando, in particolare, dei meccanismi che, senza toccare gli interessi dei produttori di energia rinnovabile, riescano a ridurre il costo dell'energia elettrica che costa troppo». Per quanto riguarda l’Imu, i tecnici sono al lavoro, ma non c'è ancora l'ordine del giorno del Consiglio dei ministri di venerdì 23 agosto. Comunque è corsa contro il tempo per trovare entro fine mese ben 2,4 miliardi di euro per evitare che scatti la clausola di salvaguardia e i contribuenti siano chiamati a mettersi in regola entro il 15 settembre. L'ultima ipotesi circolata nei palazzi romani è quella di introdurre da subito la Ics, Imposta sulla Casa e i Servizi, la service tax destinata a riunire Imu e la nuova Tares appena varata dai comuni tra mille contestazioni. Il tributo, che potrebbe essere operativo da dicembre garantendo quindi un immediato incasso per lo Stato, sarebbe composto da un 40% di vera e propria imposta sugli immobili, un altro 40% destinato al pagamento dei rifiuti e il restante 20% riconducibile ai servizi indivisibili, come ad esempio la manutenzione stradale e l'illuminazione pubblica. Sulla quota che riguarda l'immobile verrebbero applicati degli sconti in base alle fasce di reddito, alle categorie catastali e alle dimensioni dei nuclei famigliari (a favore dei numerosi) mentre le altre due componenti dell'Ics relative a rifiuti e servizi indivisibili dovrebbero essere corrisposte anche dagli affittuari, poiché si ipotizza che di questi servizi usufruisca chi utilizza l'abitazione.