PESCARA «La polemica del presidente Chiodi contro gli atenei di Bari, Urbino e Macerata mi pare davvero pretestuosa, anche perché potrei facilmente ricordargli la classifica delle Università italiane del Sole24ore che mentre regala al Politecnico di Bari un 26° posto, relega al 55° posto l'Università di Teramo e al 58° posto quella di Chieti-Pescara. Ma il problema non sta evidentemente in una classifica tra le buone e le cattive Università, tra quelle belle e quelle brutte». È la risposta che il governatore pugliese Nichi Vendola invia al presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi a proposito dei tagli invocati da quest’ultimo alle tre università. «Il Sud ha bisogno di cultura e di saperi, di istruzione e di formazione, le scuole e le Università rappresentano la linfa vitale per un territorio, costituiscono un patrimonio intoccabile e inviolabile. Desertificare culturalmente il Sud non ha alcun senso. Il problema semmai sta nella capacità dello Stato di garantire il diritto allo studio che oggi sta diventando un vero e proprio optional», continua il governatore pugliese soffermandosi quindi sui parametri utilizzati per valutare l'efficienza. Chiodi aveva fatto riferimento alle classifiche Anvur (leggi l'articolo) sottolineando come in esse Urbino, Bari e Macerata occupassero posizioni basse senza però tener conto delle posizioni occupate dagli atenei abruzzesi. «La qualità di una Università sono parametri valutativi che servono a migliorare l'offerta e non a sopprimerla», lo riprende Vendola, «tra l'altro non dimentichiamo che oggi l'Italia è fanalino di coda in Europa per numero di laureati e quindi il problema semmai è quello di incentivare ancora di più l'alta formazione e non di chiudere le Università». Una spalla a Chiodi la offre il consigliere regionale Pdl Riccardo Chiavaroli (Pdl): «Ci sono Università lontane anni luce da ogni standard minimo di qualità e formazione, queste, negli anni , si sono trasformate in cittadelle feudali con l'unico obiettivo di fabbricare in via familistica rettorati e cattedre da distribuire in via ereditaria. Il tutto elargendo a piene mani crediti formativi e lauree facili nonché sottraendo risorse e fondi ai chi davvero studia, si impegna, merita. Il presidente Chiodi ha posto questo tema, riprendendo uno spunto di Giavazzi sul Corriere della Sera». «Da un presidente della regione ci si sarebbe aspettato che invece di invocare la chiusura si attivasse e reclamasse la cura delle università pubblica, a partire da quelle in difficoltà , non il contrario», è invece il commento di Camillo D’Alessandro, consigliere e capogruppo regionale del Pd, « ma anche il diritto alla formazione universitaria per Chiodi è cosa da sottoporre alla regola mercato»