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Data: 22/08/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
L’ira di Berlusconi che punta alle elezioni e scrive il programma. Bondi: se non si trova la mediazione i nostri ministri costretti a lasciare

«Attraverso un Tribunale Speciale (la Giunta per le Immunità del Senato, ndr.)! E io, secondo loro, dovrei stare fermo per farmi fucilare meglio! E' ora di dire basta». Silvio Berlusconi ascolta, dal suo fortilizio di Arcore, le notizie che - in tempo reale - il vicepremier Angelino Alfano gli riporta sull'esito dell'incontro che ha avuto ieri sera con il premier Letta .
URGENZA

E hai voglia a dire, come fa trapelare il suo stesso partito, che «il Pdl non ha intenzione di far cadere il governo». «Il 9 settembre, finalmente, tutte queste inutili farse sulla pelle di Silvio saranno finite», sibilano, soddisfatti, i falchi. Non a caso, per sabato, è già stato convocato un vertice definito «urgente» dell'intero stato maggiore pidiellino.
Ci saranno, e in prima fila, i falchi, da Verdini alla Santanché, passando per Daniele Capezzone e per il capogruppo alla Camera Brunetta, che non vedevano l'ora, e da settimane, di disotterrare l'ascia di guerra. Ma stavolta ci saranno anche le colombe: dallo stesso Alfano all'ex capogruppo alla Camera Cicchitto e alla Gelmini, più i figli (Marina in testa), forse anche Letta e Confalonieri.
Il vertice dello stato maggiore pidellino, però, questa volta non servirà a discutere di improbabili vie d'uscita (grazia, commutazione della pena oppure quell'amnistia «che fece pure Togliatti nel 1948» che provava, estremo gesto di mediazione, a lanciare il ministro Mauro dai microfoni di Rainews24) ma più «banalmente» a preparare la campagna elettorale prossima ventura. A prescindere dal dato tecnico, non ininfluente per lo stesso Cavaliere, se si terrà entro la fine dell'anno oppure, come ha più volte spiegato il ministro Quagliariello, colomba per definizione, a inizio 2014.
CINQUE PRIORITÀ

Insomma, ad occhio sembra che le colombe ministeriali - le quali pure assicurano che «non abbiamo alcuna intenzione di mollare Silvio al suo destino, ma non vogliamo farci dare la linea dalla Pitonessa di Arcore...», sibila un ministro - abbiano perso, e su tutta la linea. D'altronde, al vertice con Letta è stato mandato proprio Alfano, volto «buono» del Pdl, nonché suo segretario, ma è stato lui stesso a dire al premier, riferiscono fonti del Pdl, che «non è possibile restare dentro una coalizione quando l'altro partito della maggioranza sta per fa decadere il leader del partito alleato». Inoltre, il «ricatto» ventilato da Letta, dicono al Pdl, e cioè che sarebbe già pronta una maggioranza alternativa Pd-Sel-transfughi M5S, non ha fatto altro che peggiorare il clima.
Del resto, Berlusconi ha già pronto non solo un intervento-intervista in diretta tv in cui spiegherà al popolo italiano le sue ragioni, ma anche un vero programma politico-elettorale. Cinque punti, agili ma corposi, lo compongono: abolizione sic et simplicter, e per sempre, dell'Imu; sterilizzazione dell'Iva; riforma della giustizia, a partire dalla responsabilità civile dei magistrati; riforme istituzionali, a partire dal semipresidenzialismo, ma glissando su una nuova legge elettorale; rivalutazione delle pensioni, specie le minime, interventi per le imprese e i giovani disoccupati.

Bondi: se non si trova la mediazione
i nostri ministri costretti a lasciare

L’INTERVISTA
ROMA Senatore Sandro Bondi, anche lei crede che il Pd abbia una posizione preconcetta e liquidatoria rispetto alla decadenza di Berlusconi? Ritiene che i giochi nella Giunta del Senato siano già fatti?
«Spero vivamente di no. Spero e confido che vi sia un approfondimento reale di una questione giuridicamente complessa come quella dell’applicazione della legge Severino e che non ci si arrocchi in una posizione precostituita».
Quindi pensa ci sia spazio ancora per una mediazione, per aprire nuovi spazi di discussione, magari convincendo Pd, Scelta Civica e 5 Stelle che la legge Severino sull’immediata decadenza di chi è stato condannato in via definitiva non può essere retroattiva?
«Penso che se c’è una volontà politica che guardi agli interessi del nostro Paese, di stabilità innanzitutto in un momento di grave crisi economica, una soluzione ragionevole si può trovare».
Di fronte a certi toni di alcuni esponenti del Pdl che vanno inasprendosi ritiene possibile una mediazione del capo del governo, Letta, e quindi un intervento del presidente Napolitano?
«Siamo in una situazione in cui tutte le persone che abbiano la coscienza delle condizioni dell’Italia e la volontà di ricercare soluzioni che impediscano ulteriori fratture e divisioni, hanno il dovere di fare uno sforzo costruttivo».
Se la giunta dovesse decidere la decadenza di Berlusconi dal Senato il 9 settembre, secondo lei cosa farà il Pdl ?
«Se qualcuno pensa che il Pdl e il popolo dei moderati possano restare indifferenti in una tale eventualità fa un calcolo politico sbagliato».
In questi giorni molti suoi colleghi hanno ipotizzato possibili reazioni di fronte a una decisione della Giunta che potrebbe far decadere immediatamente Berlusconi dal suo seggio di senatore. Davvero pensate all’ostruzionismo in modo da non far convocare la Giunta, come suggerisce l’onorevole Savino?
«Assolutamente no. Speriamo, per l’appunto, che il lavoro sia condotto da tutti guardando al merito delle questioni e non sulla base di preconcetti politici. Ma se vi fossero preconcetti di carattere politico da parte dei nostri alleati di governo purtroppo non potremmo che prenderne atto».
In quel caso i vostri cinque ministri che cosa dovranno fare? Uscire immediatamente dal governo Letta?
«Se il Partito democratico provocasse una rottura, l’uscita dal governo sarebbe inevitabile. Un altro calcolo sbagliato che potrebbe fare la sinistra è quello di credere che noi del Pdl siamo divisi. Non lo siamo e non lo saremo. Siamo tutti impegnati a difendere una storia di cui andiamo fieri, quella di Berlusconi e la nostra che si lega indissolubilmente alla sua».
Quindi, lei si sente sicuro che non si possano trovare una ventina di senatori del Pdl pronti a sostenere comunque questo o un altro governo, perché magari scontenti dei toni troppo accesi che alcuni dei vostri hanno tenuto in questi giorni?
«A mio avviso si tratta di ipotesi di pura fantasia. Il nostro partito è unito e compatto intorno al nostro presidente».
Senatore Bondi, è vero che Berlusconi prepara un video messaggio shock, forse da mandare in onda addirittura prima del 9 settembre?
«Non lo so. Ma nessuno può impedire a Berlusconi di parlare e di rivolgersi ai propri elettori e a tutti gli italiani».
Secondo lei, che certo avrà sentito recentemente Berlusconi, il vostro presidente si identifica ancora con il governo guidato da Letta? E, soprattutto, pensa che vorrà ancora sostenerlo se il 9 settembre si trovasse estromesso dal Senato?
«Ripeto. Siamo impegnati a trovare una soluzione che consenta al governo di proseguire la sua azione. Se questo non sarà possibile non sarà per colpa nostra. Altri dovranno assumersene la responsabilità».
Eppure, un uomo vicino a Berlusconi, come Ennio Doris, ritiene che questo governo convenga alle aziende e quindi anche a Fininvest. Lei è di questo parere?
«La stabilità conviene a tutti, anche a tutte le aziende italiane. Il problema è riuscire a creare le condizioni affinché il governo Letta possa operare con efficacia».

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