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Data: 23/08/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Imu, verso l’imposta federalista «Esentato il 70% degli italiani». Il ministro Delrio: no all’abolizione totale

ROMA Si chiamerà Service tax, partirà nel 2014, sarà gestita dai comuni e avrà un impianto duale. Ecco le certezze sulla nuova imposta destinata ad assorbire l’Imu e la tassa sui rifiuti: un tributo federalista invocato a gran voce dai comuni. Certezze alle quali si contrappongono una serie di nodi da sciogliere. A cominciare dalla questione centrale di sempre: le prime case saranno esentate? Il Pdl lo pretende («va esclusa dalla nuova tassa», ha ribadito ancora una volta il capogruppo alla camera Renato Brunetta), mentre nel Pd la pensano in maniera diametralmente opposta. Come ha spiegato ancora ieri Graziano Del Rio. Tratteggiando l’architettura della Service tax, il ministro per gli Affari regionali ha spiegato che il governo è impegnato a trovare una soluzione in base alla quale «possa essere esentato il 70% degli italiani meno abbienti». Un orientamento dovuto al fatto che, secondo l’ex sindaco di Reggio Emilia, «bisogna fare in modo che questa nuova Imu sia pagata anche da chi se lo può permettere perchè sarebbe paradossale regalare due miliardi al 10% delle famiglie, quelle più ricche in Italia».
Delrio, che ha riconosciuto «le differenze di impostazione» interne alla maggioranza su questo punto, ha comunque garantito che la tassa sarà molto equa, con due componenti: una di proprietà e una per gli affittuari che usufruiscono dei servizi. La parte immobiliare, dunque, sarà separata dai rifiuti. Per i quali si terrebbe conto del quartiere dove è ubicato l'immobile appesantendo il prelievo sulle case di maggior pregio. Su questa linea federalista, tra l’altro, il governo incontrerebbe il favore dei comuni. «I sindaci hanno bisogno di certezze sulle loro entrate. Per questo è necessario che qualunque riforma della fiscalità locale entri in vigore dal 2014» ha però avvertito il presidente dell’Anci Piero Fassino.
I CONTI
Ieri 10 assessori al bilancio di città capoluogo hanno firmato un appello suggerendo al governo di scegliere, tra la opzioni di riforma indicate alcuni giorni fa dal ministero Tesoro, l’ipotesi numero 8 che combina la «ridefinizione dell'imposizione sulla prima casa (fino alla sua possibile completa abolizione) con una complessiva riforma, dal sapore federale, dell'assetto della finanza pubblica locale». Una soluzione che garantirebbe ai sindaci 3,9 miliardi di gettito. Proprio l’Imu è stata al centro dell'incontro di ieri tra il premier Enrico Letta e il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni. Se infatti c’è ancora tempo per trovare un accordo definitivo sulla versione finale della Service tax, c’è da prendere una decisione sull’Imu 2013. La prima rata è stata congelata fino al 31 agosto e resta in piedi il problema delle coperture per rendere definitivo lo stop. Sarà il consiglio dei ministri del prossimo 28 agosto a decidere cosa fare (in caso contrario la clausola di salvaguardia farebbe scattare il pagamento a settembre) ma in ogni caso non è ancora chiaro se si andrà a una cancellazione totale dell'imposta dovuta nel per quest’anno o solo all’eliminazione della prima rata. Anche perché, proprio in virtù della difficoltà sulle coperture (si parla a tal proposito di far ricorso a stanziamenti di spesa per infrastrutture non ancora eseguibili), sarebbe già difficile trovare i 2 miliardi della prima rata. Molto più complicato reperirne 4 per la cancellazione complessiva. «Si guardi all'extragettito Imu del 2012», ha tagliato corto ancora Brunetta.

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