Sarebbe un "atto di realismo" sostiene il titolare Difesa. L'ipotesi prende quota anche nel Pdl, Bondi: "Tema posto da Mauro e Cancellieri non eludibile". I democratici: "Questa storia sta diventando indecente". Anche Sc frena. Alla fine Lupi: "Mai presa in considerazione, ci sono altre ipotesi". Il premier nell'intervista al Kurier: "Tutti devono attenersi alle leggi, troveremo una soluzione"
ROMA - Il ministro Mauro ne aveva fatto "un'occasione per far germogliare l'armonia" tra le forze politiche del governo. Forte anche del parere favorevole del ministro della Giustizia Cancellieri. Ma l'amnistia è diventata un nuovo fronte di scontro per la maggioranza. Il punto è sempre "l'agibilità politica" di Silvio Berlusconi. Così quella che è sulla carta una soluzione per il sovraffollamento carcerario, diventa per il Pdl una possibilità per risolvere i problemi del suo leader. Almeno per quelche ora. Idea a cui i Democratici replicano seccamente con un "no, è ora di finirla". Mentre una brusca frenata arriva anche dal ministro per le Infrastrutture, Maurizio Lupi: "Amnistia? Non ne abbiamo parlato. Ci sono tante proposte in giro. Non la abbiamo mai presa in considerazione". Tanto più che l'amnistia richiede - per essere approvata - il voto dei due terzi dei parlamentari. Occhi puntati allora sul vertice previsto per domani ad Arcore, annunciato dallo stesso Lupi. Ci sarà tutto lo stato maggiore del partito e dovrebbe emergere qualche indizio in più sulla strategia dei berlusconiani. In serata, poi, il sito del giornale austriaco Kurier pubblica l'integrale dell'intervista concessa da Enrico Letta mercoledì scorso. Tra l'altro il presidente del Consiglio dice: "Ci sono leggi a cui tutti devono attenersi". Alla domanda se lo zio Gianni Letta possa aiutare a risolvere questa crisi, il premier italiano risponde: "Chiunque può aiutare. Ma ripeto: sono piuttosto fiducioso".
Il Pdl punta su Mauro e Cancellieri. L'idea di fondo, lanciata da Mario Mauro, è che serva un'amnistia generale, di cui beneficiario sia anche lui, ovviamente, Silvio Berlusconi. Il ministro lo aveva già detto ieri all'Avvenire e lo ha ribadito oggi. "Propongo un atto di realismo. Occorre ripristinare il senso dello stare insieme, qualcosa cui si è obbligati per le circostanze che il paese sta vivendo". Parole che fanno eco a quelle del ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri che ieri, sempre a Rimini, si era detta favorevole al provvedimento. Secondo il ministro, questa "è l'unica alternativa reale a un confronto politico immaginato per troppo tempo senza esclusione di colpi. Da una parte e dall'altra". Nell'amnistia ricadrebbe il caso di Berlusconi e "con lui delle migliaia di detenuti in sovrannumero che affollano le carceri italiane".
Il Pdl prova a cavalcare questi argomenti. Il coordinatore Pdl, Sandro Bondi: "Se due membri autorevoli del governo affrontano con serietà e lungimiranza il problema dell'amnistia, ciò ha un valore che non può essere eluso, sottovalutato o accantonato da chi ha a cuore le sorti dell'Italia", ha affermato. Della stessa idea Fabrizio Cicchitto: "La proposta è condivisibile. Il blocco dell'amnistia sta producendo conseguenze inaccettabili. Su questo terreno non si può procedere secondo schematismi ideologici, ma deve prevalere il senso di umanità". E altrettanto Altero Matteoli: "Accolgo con molto favore la posizione del ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, sull'amnistia. Uno Stato democratico forte dimostra di essere tale anche con gesti di clemenza verso chi ha sbagliato".
Mentre c'è chi come Mara Carfagna, portavoce Pdl alla Camera sceglie il campo di battaglia sulla legge Severino: "No al giacobinismo, sì al garantismo. Il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla legge Severino è la scelta più giusta", scrive su Twitter. Mentre Daniela Santanché "punge" il Pd: "Si può governare insieme al partito delle tasse e delle manette?"
La stroncatura del Pd. I Democratici però restano fermi sulle loro posizioni. Davide Zoggia, responsabile organizzazione della segreteria, è categorico: "Il Pdl insiste nel cercare dal Pd ciò che non può ottenere, perché è contro la legge. E ora di dire basta. E di finirla anche con i continui ripescaggi dell'idea di amnistia per salvare Berlusconi. Sta diventando una storia indecente, oltre che imbarazzante per coloro che avanzano queste proposte". Già Danilo Leva, responsabile Giustizia e Sandro Favi, responsabile Carceri del Pd avevano espresso la linea nettamente contraria del partito: "Per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri, c'è bisogno di interventi strutturali, riformare la custodia cautelare e intervenire per maggiore azione di depenalizzazione".
Le parole di Zoggia irritano il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri: "Il linguaggio di Zoggia è intollerabile. Così si avvelena la vita democratica dell'Italia, si alimenta il caos, si dà luogo a una vera e propria campagna di odio che può alimentare violenze" e aggiunge: "Denunciamo questa condotta irresponsabile che non può essere ignorata da chiunque, a qualsiasi livello, abbia ruoli di responsabilità".
Le altre reazioni. All'ipotesi di un'amnistia si oppone categoricamente però anche Scelta Civica, partito del ministro e senatore Mauro, il cui capogruppo al Senato Gianluca Susta dice: "Sono decisamente contrario ad altri indulti e amnistie. Non dimentichiamo che Berlusconi è stato condannato a quattro anni e gode dell'indulto ultimo di tre anni". Una posizione condivisa e confermata anche dal capogruppo alla Camera, Lorenzo Dellai: "Io non vedo maggiori assicurazioni di quelle già previste e definite in Giunta per le elezioni un percorso garantista, rispettoso della legge, anche prudente". Che si possa appoggiare un'amnistia per risolvere la vicenda di Silvio Berlusconi lo esclude anche Sinistra Ecologia e Libertà, da sempre comunque favorevole a questo tipo di provvedimento. Il capogruppo di Sel, Gennaro Migliore: "Se si parla di amnistia si fanno delle selezioni dei reati. Certamente i reati più odiosi, quelli dei colletti bianchi, quelli che hanno prodotto come nel caso di Berlusconi l'accumulazione di ingentissimi fondi noi ovviamente non solo saremmo contrari ma non saremmo disponibili nemmeno ad aprire la discussione", ha chiarito. Tutte "pantomime" secondo il Movimento Cinque Stelle che dice "basta", con un intervento di Maurizio Buccarella, vicepresidente della commissione Giustizia del Senato. E' ora che si ristabilisca e riaffermi con forza lo Stato di diritto e l'applicazione delle leggi. Il voto sulla decadenza del pregiudicato Silvio Berlusconi è una mera formalità e presa d'atto per applicare la legge Severino e la sentenza definitiva che lo fa decadere da parlamentare e lo ha già reso incandidabile per i prossimi sei anni".
Il dietrofront di Lupi. A fine giornata, dopo questa raffica di no, parla il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, colomba del Pdl. "Amnistia? Non ne abbiamo parlato", dice da Rimini, dal meeting di Comunione e Liberazione. E ancora: "Ci sono tante proposte in giro. Non la abbiamo mai presa in considerazione". Ora resta da capire su quale altra soluzione decideranno di puntare i berlusconiani. Una risposta, forse, già domani nel vertice di Arcore.