ROMA Si surriscalda l’atmosfera politica intorno all’Imu mentre il governo cerca di trovare una soluzione al problema della copertura economica necessaria per rendere permanente il congelamento della prima rata 2013 dell’imposta. E magari anche della seconda. Anche se questa opzione appare ormai quasi irraggiungibile a causa dei margini ristretti di finanza pubblica. A dividere la maggioranza c’è soprattutto la questione, tutt’ora irrisolta, della prima casa. Al ministro degli affari Regionali Graziano Delrio che due giorni fa, parlando dell’architettura futura della service tax, ipotizzava una imposta che si limitasse ad esentare il 70% dei possessori di prima casa («sarebbe paradossale regalare due miliardi al 10% delle famiglie, quelle più ricche in Italia», aveva osservato il ministro), ha risposto con durezza Renato Brunetta. «L'Imu sulla prima casa va cancellata per tutti, al 100 per cento, nel 2013 e per il futuro. Delrio poteva anche starsene zitto perché sarà smentito nei prossimi giorni: ha detto delle cose che non stanno né in cielo né in terra» ha tuonato il capogruppo del Pdl alla Camera.
IL BRACCIO DI FERRO
Un’opinione che Brunetta ha argomentato sostenendo che Delrio non è competente in materia e non conosce i termini della trattativa in corso. Parole respinte al mittente dall’esponente del governo Letta («zitto non ci sto di sicuro») che ha rivendicato il proprio titolo ad esprimersi sulla questione in quanto ministro per le autonomie con delega per il federalismo. Schermaglie che denotano un nervosismo crescente in quanto il tempo stringe e trovare la quadra, politica ed economica, sui vari problemi aperti non è affatto semplice. A cominciare dalla questione delle rate 2013 dell’Imu. Il nodo, già affrontato alcuni giorni fa in un vertice Letta-Saccomanni, sarà al centro del Cdm in programma il 28 agosto. E la difficile ricerca delle risorse, spiegano fonti del Tesoro, sarà affrontata durante il fine settimana a vari livelli. Politici e tecnici. Bisogna trovare 2,4 miliardi per cancellare la prima rata dell'Imu già rinviata a giugno. Mentre ne servirebbero altri due per finanziare (come chiede il Pdl) l'eliminazione totale della tassa. Sulla prima rata, spiegano le stesse fonti, non ci sono dubbi: sarà certamente cancellata in quanto «sarebbe ridicolo chiedere agli italiani di pagare a settembre la tassa congelata in estate». Sulla seconda rata, le cose sono molto più complicate. Al Tesoro, fonti politiche parlano di «insormontabili questioni finanziarie» che, al momento, escludono lo stop della rata in pagamento a dicembre. E la ragione è che il governo ha in agenda altre priorità economiche. Vale a dire, nell’ordine, il rifinanziamento della cassa integrazione (1 miliardo) e delle missioni all’estero (400 milioni) e la cancellazione dell’aumento dell’Iva (1 miliardo). Oltre, ovviamente, ai 2,4 miliardi della prima rata Imu. Servirebbero 6,8 miliardi per centrare tutti gli obiettivi. E la cosa è ritenuta fuori dalle attuali disponibilità delle casse statali. Per trovare le coperture, i tecnici di Via XX Settembre lavorano sui fondi delle infrastrutture cantierabili non ancora partite, sulle accise su alcolici e tabacchi. E si confida nelle maggiori entrate Iva derivanti dai pagamenti dei debiti della Pa alle imprese.
I CONTI PUBBLICI
Tuttavia, anche nella migliore delle ipotesi, raggiungere la cifra che serve per fare tutto viene considerato assai improbabile. Così, l’idea che si fa largo in queste ore (ferma restando la cancellazione della prima rata Imu) è quella di procedere con il pagamento della seconda prevista per fine anno. Magari in forma ridotta, con lo sconto. Oppure come una sorta di acconto della Service tax in rampa di lancio per il 2014. Comunque non in versione integrale, in modo da lasciare un po’ di soldi in tasca agli italiani con l’obiettivo di sostenere i consumi sotto il periodo natalizio. Quanto alla Service tax appunto, il responsabile economico del Pd, Matteo Colaninno ha parlato di imposta che sarà costruita «in un quadro di equità: ci sarà un peso fiscale diverso tra chi sta meglio e chi fatica ad arrivare a fine mese». E ancora dal Tesoro arrivano conferme sulla natura duale della tassa: una parte sulla proprietà e un’altra sugli affittuari che usufruiscono dei servizi. La parte immobiliare sarà separata dai rifiuti. Per i quali si terrà conto del quartiere dove è ubicato l'immobile per appesantire il prelievo sulle case di pregio.