ROMA Per Garibaldi era «o Roma o morte», la versione aggiornata per un altro Giuseppe non partito dalle sponde liguri, ma ivi residente, è «o si governa o si muore». Così Beppe Grillo, sul proprio blog, chiama a raccolta i suoi con un messaggio che si rifà a quanto anticipato, non senza qualche malumore da parte dei parlamentari pentastellati, dal responsabile comunicazione del M5S, e nel quale si indica un solo obiettivo: il ritorno immediato alle urne. Il leader del Movimento, quindi, fa piazza pulita di qualsiasi «compromesso storico», negando anche l’ombra di un possibile soccorso grillino per una nuova maggioranza in caso di crisi del governo Letta e ordina di «chiedere con forza e convinzione agli italiani di provare a cambiare tutto». Poi la reprimenda preventiva a militanti e, soprattutto, parlamentari a 5 Stelle: «In mezzo non c’è niente. Mettetevelo bene in testa. Nessuno giochi al ”piccolo onorevole“. Nessuno creda di salvare se stesso. La nostra è una rivoluzione senza compromessi. Qui - è la conclusione del guru genovese - si governa o si muore».
Il proclama del capo, lanciato anche per superare qualche sbandamento interno dopo l’improvviso innamoramento dello stesso Grillo per il Porcellum, riceve l’autorevole consenso dell’ideologo del Movimento, Paolo Becchi, che fa un quadro della situazione ancora più catastrofico, non mancando di chiamare in causa Giorgio Napolitano che, secondo il professore genovese, «cercherà di bloccare in ogni modo le elezioni, invece di prendere atto del fallimento della sua ipotesi di governo e rassegnare le dimissioni dalla presidenza della Repubblica, mentre il Parlamento non sarà in grado di fare una nuova legge elettorale». Di qui lo «stallo politico» che Becchi denuncia, mentre «il Paese brucia...».
E se, alla luce degli ultimi sondaggi, il voto a breve presenterebbe più di un rischio per il M5S, c’è chi è pronto a gettare il cuore oltre l’ostacolo, come Roberta Lombardi: «Meglio un salto nel vuoto che un suicidio assistito. E poi - dice la ex capogruppo alla Camera - pure alle ultime elezioni i sondaggi ci davano molto sotto a quello che poi abbiamo ottenuto». Anche la vexata quaestio del Porcellum viene saltata a piè pari dalla Lombardi: «À la guerre comme à la guerre, se si deve andare al voto, tanto vale andarci con il Porcellum. A un certo punto, se deve essere una guerra tra la casta e i cittadini, allora che guerra sia».