Iscriviti OnLine
 

Pescara, 16/05/2025
Visitatore n. 743.966



Data: 05/09/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Il Pdl minaccia la crisi Letta: vado avanti. Schifani: «Pronti alla battaglia». I venti di instabilità fanno cadere la Borsa I ministri del centrodestra pronti alle dimissioni. Nessun accordo in Giunta

Rotondi: «Se il Pd non cambia atteggiamento sulla decadenza di Berlusconi, sono pronte le dimissioni anche di tutti i parlamentari del Popolo delle Libertà»
M
Epifani chiude il discorso: «Ancora una volta minacciano di far cadere il governo ma la legge va rispettata e applicata. Non c’è nessun cittadino che stia al di sopra delle leggi»

di Gabriele Rizzardi wROMA Arroventare il clima, lanciare ultimatum, minacciare la crisi di governo. La partita per la decadenza di Berlusconi arriva all’atto finale e su palazzo Chigi si addensano nuvoloni neri. La tensione oltrepassa i livelli di guardia e i venti di crisi spaventano la Borsa di Milano che, unica in Europa, chiude la seduta con un risultato negativo (meno 1,35%). Il quadro politico, del resto, non promette nulla di buono. Fallito il tentativo di convincere il Pd a dilatare i tempi dei lavori della Giunta per le immunità del Senato, il cui ufficio di presidenza ieri non ha trovato l’accordo sul calendario ed ha rinviato tutto a lunedì prossimo, Berlusconi si prepara a dichiarare guerra e chiede ai suoi deputati e senatori di essere pronti all’assalto finale. «Il partito è unito e pronto a qualunque tipo di battaglia» annuncia con orgoglio Renato Schifani, che prova a scaricare sul Pd la responsabilità di una eventuale crisi: «Non siamo pronti a nessuna crisi di governo, naturalmente tutto dipenderà dal comportamento degli altri partiti e non dal nostro...». Altero Matteoli è ancora più duro e usa parole che sembrano non lasciare spazi di manovra: «Chiediamo al Pd delle risposte precise, se ci sono il governo va avanti sennò non possiamo più stare insieme». Al coro dei “falchi” si aggiunge anche Gianfranco Rotondi: «Se il Pd non cambia attegiamento, sono pronte le dimissioni di tutti i ministri e di tutti i parlamentari del Popolo della Libertà». E le dimissioni potrebbero arrivare già domani, ben prima del voto della Giunta. Sarebbero pronti all’estremo sacrificio anche il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, e quello delle Riforme, Gaetano Quagliariello? Nel Pdl sta prevalendo la linea dei “falchi” e di conseguenza le “colombe” si devono adeguare. Quel che è certo è che Berlusconi è con le spalle al muro e alzare un polverone su regolamenti, procedure e formalità, per ora non è servito a nulla. Il Pd, infatti, non intende piegare la testa e Gugliemo Epifani chiude il discorso: «Ancora una volta il Pdl usa toni minacciosi che poi diventano minacce al paese. Ma il Pd conferma la sua risposta: in Giunta si devono ascoltare tutte le voci ma la decisione va presa su un dato fondamentale e cioè che la legge va applicata e non c’è nessun cittadino che stia al di sopra delle leggi. Non si può minacciare di far cadere il governo. Noi siamo una forza politica che vuole far rispettare lo stato di diritto». Il rischio di crisi è reale? Enrico Letta prova ad esorcizzare la caduta del suo governo e da San Pietroburgo invita il Cavaliere ad avere un atteggiamento responsabile. «Io sono ottimista e ho il dovere di essere determinato. Oggi ci sono delle opportunità importanti per la ripresa e non dobbiamo sciuparle ma coglierle. Si deve andare avanti per il bene del paese» precisa il premier, che ammette di essere impegnato in un «esercizio di equilibrio continuo» per «distrarsi dalle turbolenze del momento» e «conferma» il termine dei 18 mesi per il governo. Un invito alla ragionevolezza parte anche dal ministro per i rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini: «Il presidente del consiglio sta partecipando al G20, un appuntamento con un’agenda importantissima. E’ possibile interrompere questa serie continua di minacce quotidiane di crisi che riempiono i giornali, preoccupano i mercati e danneggiano l’immagine e il peso dell’Italia sui tavoli internazionali?». La situazione, insomma, sembra destinata a precipitare. Ma a fermare Berlusconi, che vorrebbe andare al voto forte dei sondaggi che danno il centrodestra in vantaggio, potrebbe essere il probabile ingresso sulla scena di Matteo Renzi come candidato premier del centrosinistra. E si può essere certi che il sindaco di Firenze diventerebbe un concorrente pericolosissimo. Ma non è solo questo timore che impone al Cavaliere un supplemento di riflessione prima di staccare la spina a Letta. Un governo non più delle larghe intese ma d’emergenza potrebbe infatti trovare al Senato un pugno di voti in grado di garantirgli ancora qualche mese di sopravvivenza. Ma c’è anche la possibilità, come fa notare il candidato alla segreteria del Pd, Gianni Cuperlo, di verificare il Parlamento se ci sono i numeri per dare vita ad un’altra maggioranza. E in quel caso, Berlusconi si troverebbe agli arresti domiciliari e con un governo “ostile”. Fantapolitica? Il Cavaliere contina ad inanellare risultati negativi. Ed anche dal Quirinale non giungono novità: Giorgio Napolitano resta fermo a quanto scritto nella nota di metà agosto. Nel frattempo, eri sono arrivate al Palazzo di Giustizia di Milano le motivazioni con cui la Cassazione ha confermato la condanna di Berlusconi. Questo vuol dire che può partire l’iter che porterà alla celebrazione del nuovo processo per la rideterminazione dell’interdizione a carico del Cavaliere.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it