Per il segretario generale degli operai metalmeccanici della Cgil, Maurizio Landini, la nascita del polo del lusso a Mirafiori non è sufficiente a garantire i livelli occupazionali attuali. E tuona contro l'azienda: "Non rispetta le sentenze è come Berlusconi"
TORINO - "Non siamo all'uscita dal tunnel, ma stiamo assistendo al tentativo di spegnere progressivamente Mirafiori", ha dichiarato il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, in un incontro con i delegati a Torino. "Non c'è alcun impegno scritto su cosa si farà e con quali tempi. Il polo del lusso non può garantire l'occupazione attuale a Mirafiori", ha affermato Landini. E ancora: 'Non conosco stabilimenti che danno lavoro a 5.000 persone solo con un suv. Se c'è solo quello possiamo a spanne precedere che metà lavoratori resteranno fuori". "Ribadiamo la necessità che il presidente del Consiglio intervenga e convochi un tavolo per discutere di programmi che sono impegni precisi e non annunci". 'Marchionne tre anni fa diceva che per fare lavorare tutti a Mirafiori servivano 1.000 auto al giorno, 250-280.000 auto all'anno. Diceva che non poteva perdere mesi a discutere ma in tre anni non ha fatto nulla. Credo che sia impossibile produrre 280.000 suv e venderli. Ieri Fiat doveva dire qualcosa su Mirafiori perché la cassa integrazione è in scadenza, ma non c'è alcun impegno nero su bianco. Con questo investimento comunque il futuro di Mirafiori, Torino e indotto non è risolto".
Il segretario torna anche sulla sentenza della Corte Costituzionale che ha impedito a Fiat di escludere dall'azienda la rappresentanza sindacale della Fiom, solo per non aver firmato un accordo. "La Fiat è come Berlusconi, non rispetta le sentenze". "L'accordo di ieri è un fatto di una gravità inaudita. Cisl, Uil e Ugl non vogliono l'unità sindacale, ma hanno accettato il ricatto della Fiat", ha accusato Landini che ha anche annunciato a breve un incontro su questo con la segreteria Cgil. "I confederali non vanno solo contro la sentenza della Corte, ma santificano il superamento del contratto nazionale".
Trovo singolare - ha detto Landini - che la Fiat, che dice di avere il consenso dei lavoratori in fabbrica, debba fare un accordo per difenderne un altro. E' lo stesso atteggiamento che l'azienda ha usato a Melfi, dove i lavoratori licenziati e reintegrati dal giudice vengono pagati purché non rientrino in fabbrica". Secondo Landini la scelta di firmare l'accordo con Fiat "è in contraddizione con con l'accordo interconfederale del 31 maggio ed è molto grave, un po' eversivo".
"Hanno firmato un accordo, e questa volta lo hanno fatto anche le confederazioni, contro i principi della sentenza della Corte Costituzionale. Questo accordo dice che l'unico punto di riferimento è il contratto specifico di primo livello e che solo chi lo firma ha diritto all'esigibilità". "Formalmente la Fiat riconosce i nostri delegati - ha detto Landini - ma poi fa un accordo per dire che saranno gli altri sindacati a ricorrere contro chi non accetta quell'accordo. La Corte Costituzionale ha detto che un sindacato non esiste solo quando firma gli accordi ma se è rappresentativo".
La Cisl non accetta le aprole di Landini. "Basta fare un semplice esercizio matematico per comprendere quanto fatto in questi due anni con gli accordi sindacali in Fiat, sommare i dipendenti degli stabilimenti in cui abbiamo portato investimenti con gli accordi sindacali: Pomigliano, Melfi, Grugliasco, Sevel, Mirafiori e scoprire che sono oltre 24mila lavoratori direttamente occupati a cui aggiungerne altre tanti negli stabilimenti dell'indotto diretto e indiretto Fiat". E' quanto sostiene il segretario nazionale Fim Cisl Ferdinando Uliano.
"Mentre tutti i lavoratori, il territorio torinese e il Paese hanno accolto positivamente la partenza degli investimenti a Mirafiori - osserva Uliano - prendiamo atto che per Landini non è una notizia positiva, forse perché questo investimento insieme agli altri conferma la presenza produttiva di Fiat nel nostro Paese e smentisce chiaramente le tesi di Landini e della Fiom che voleva la Fiat fuori dall'Italia. Sull'investimento di Mirafiori precisiamo che non sarà un solo prodotto, parte immediatamente l'investimento sul Suv Maserati e successivamente ha dichiarato l'a.d seguirà un altro prodotto con l'obiettivo del totale assorbimento dei lavoratori del sito torinese. Con gli accordi abbiamo dato stabilità alle relazioni sindacali, dato diritti e aumenti salariali ai lavoratori con l'ultimo rinnovo, ed evitato il baratro su cui la strategia Fiom avrebbe condannato alla perdita di posti di lavoro alla oltre 50 mila lavoratori e loro famiglie. Landini dovrebbe prendere atto del fallimento della sua strategia politica, che non ha nulla di sindacale e accettare i contratti esistenti".