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Pescara, 16/05/2025
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Data: 07/09/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Furto in Comune, l’ira di Del Vecchio. Il consigliere Pd legge una lettera al consiglio: sono stato nell’ufficio dei lavori pubblici ma ho trovato il faldone nei corridoi

PESCARA «Le battutine “baffetto”, baffino, una caccia all’uomo che è stata alimentata per settimane, la richiesta di dimissioni da parte della maggioranza: voi non capite che cosa significhi il dileggio per una persona integerrima», urla il vice capogruppo del Pd Enzo Del Vecchio, «sono stato sottoposto a una gogna, vergognatevi», si rivolge il consigliere comunale del Pd ai suoi colleghi durante il consiglio comunale di ieri mattina: secondo round della seduta di giovedì, resa dei conti sul giallo del furto in Comune e arena dove scrollarsi di dosso i malumori di quello che consiglieri e assessori scrivono pure su Facebook. E’ stato il giorno della difesa di Del Vecchio, ieri mattina, il consigliere citato insieme al nome del dipendente Gavino Sassu nella lettera del responsabile del servizio Lavori pubblici Maria Gilda Di Luca che aveva lamentato, come ha scritto: «Il 12 agosto il dipendente Sassu ha aperto la mia stanza e ha fatto entrare il consigliere Del Vecchio per motivazioni vaghe». Ma da quel giorno i nomi contenuti nella lettera sono rimasti segreti fino alla pubblicazione da parte del Centro di ieri. Così, a carte scoperte, il consigliere ha potuto dare la sua versione in consiglio, intrattenendo l’aula con due interventi e spiegando come ha trascorso il 12 agosto. «Di cosa vi siete riempiti la bocca per dieci giorni? Di quale accusa si parla? Criminale? Ladro? Ascoltate», ha ripreso Del Vecchio prendendo a leggere una sua lettera protocollata con data 13 agosto per spiegare perché, quel giorno sotto accusa, si era recato nell’ufficio pubblico. «Lo scrivente», ha iniziato a leggere, «si è recato negli uffici per prendere visione del progetto preliminare riguardante la realizzazione di rotatorie e parcheggi. Assistito da alcuni impiegati», ha proseguito, «si è avuto modo di individuare il relativo faldone dell’opera posizionato lungo il corridoio, ma all’interno dello stesso faldone non risultava alcun elaborato del progetto da consultare. E’ una richiesta vaga? E qual è il reato? E’ stato solo fango contro di me da parte della maggioranza e del duo Sospiri-Foschi», ha concluso Del Vecchio urlando. «Sono estraneo ai fatti», ha detto invece Sassu, «contesto la ricostruzione dell'accaduto che è stata resa nota e mi tutelerò nelle sedi più opportune», ha aggiunto il dipendente assistito dagli avvocati Luigi Spina e Tullio Zampacorta e che, ieri, ha depositato in Comune una memoria difensiva e martedì incontrerà il dirigente comunale D’Aurelio. Eppure quella di ieri non è stata solo la seduta del «vergognatevi consiglieri» di Del Vecchio ma anche quella del «vergognatevi» collettivo. A vuotare il sacco è stata anche il vice presidente Adele Caroli con il ritorno alla parola con un «sono sgomenta, amareggiata, scossa psicologicamente dalle parole di Lorenzo Sospiri su una mia ingiustificata assenza: parole andate oltre il limite». Secca la replica del consigliere di maggioranza Sospiri: «Non cambio idea, boicottare una delibera è vergognoso». Se il sindaco Luigi Albore Mascia ha richiamato l’aula ad abbassare i toni il consigliere di opposizione Marco Alessandrini si è buttato nella bagarre per dire anche lui la sua e sfidare a «singolar tenzone» l’assessore Isabella Del Trecco dopo «una verifica approfondita della sua bacheca Facebook». Così, nell’aula consiliare si parla anche di quello che si scrive sul social network, delle battutine, dei doppi sensi, in un consiglio che, a un tratto, da rumoroso si è fatto silente, e su cui ha chiosato Alessandrini: «Beh, cos’è questo clima alla camomilla? Preferisco il casino».

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