Il vicepremier: «Senza di noi, solo un governo di sinistra» I figli del Cavaliere spingono per la grazia, pronti a firmarla
ROMA Il duro monito di Giorgio Napolitano sui «gravissimi rischi» che l’apertura della crisi comporterebbe spinge il Pdl ad abbassare i toni e Angelino Alfano si incarica di far sapere al capo dello Stato che il messaggio è stato recepito. «La fiducia del presidente Napolitano in Berlusconi è ben riposta visto che il presidente Berlusconi è il leader politico che da due anni sostiene governi che non sono guidati né da lui né da esponenti del Pdl» spiega il vicepremier, che non rinuncia ad una nota polemica e ricorda come il governo Letta sia stato «fortemente voluto da Berlusconi mentre il leader del Pd (Bersani n.d.r.) indugiava in improbabili accordi con i grillini e faceva di tutto per far perdere tempo al paese». Alfano prova a stemperare la tensione e l’irritazione del Quirinale ma la preoccupazione resta e nessuno si sbilancia sulla possibilità che il governo regga l’impatto del voto nella Giunta del Senato sulla decadenza di Berlusconi. Ed è per questa ragione che nel Pd si continua a parlare di possibili soluzioni alternative. Ma un Letta bis spaventa soprattutto il Pdl che ne rimarrebbe fuori e Alfano prova a mettere le mani avanti: «Mi sento di escludere che il presidente Letta stia lavorando a piani e soluzioni alternative a questa maggioranza e lo ha ribadito più volte. E’ ovvio che ogni governo futuro che non prevedesse il Pdl sarebbe inevitabilmente un governo di estrema sinistra...». Sul fronte Pd, all’ipotesi di un Letta Bis sostenuto da una pattuglia di “traditori” del Pdl e qualche “eretico” del M5S, si affianca anche una soluzione alternativa. Il nome che circola è quello di Giuliano Amato, per un governo di pochi mesi che approvi la legge di Stabilità e magari promuova un accordo in Parlamento per una nuova legge elettorale. Ma questa ipotesi non convince fino in fondo e Massimo D’Alema lo dice chiaro e tondo alla Festa Democratica di Genova, dove dà la sua benedizione a un eventuale Letta bis: «L’idea di fare un altro governo raccogliendo qualche dissidente da una parte e dall’altra non mi sembra ragionevole mentre un governo a termine, di scopo, che porti il paese alle elezioni eliminando il Porcellum sarebbe auspicabile». Il leader di Sel, Nichi Vendola, chiede invece una «nuova maggioranza» per affrontare «due-tre emergenze» e poi tornare al voto. Berlusconi staccherà la spina? Difficile prevederlo anche perché finora da Napolitano non è giunto nessun segnale di apertura ed anche la missione impossibile tentata due giorni fa da Fedele Confalonieri non ha prodotto il risultato sperato. Il presidente di Mediaset e amico di una vita del Cavaliere è salito al Quirinale cercando di strappare la disponibilità del capo dello Stato a trovare una soluzione «accettabile» da Berlusconi. Ma, niente da fare. Napolitano si è limitato a ripetere quanto scritto nella nota di metà agosto: Berlusconi chieda la grazia ed esca dalla scena politica. Sarà chiesto un atto di clemenza? Più di qualcosa comincia a muoversi tanto che, a precisa domanda, la figlia Barbara risponde con il più classico no comment: «In questo momento preferisco non parlare...». Ma c’è chi asssicura che i figli del Cavaliere avrebbero già preparato e firmato la richiesta di grazia da inviare al Quirinale. Nell’attesa del voto della Giunta sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi, le “colombe” come Gaetano Quagliariello escludono qualunque ipotesi di tradimento e fano sapere che sono comunque pronte a «dimettersi». I “falchi”, invece, non sembrano essersi ammorbiditi. Il governo cade? «Dipende dal Pd e da Napolitano» taglia corto la “£Pitonessa” Daniela Santanché.