Due aggressioni negli autobus nel giro di 24 ore. Cresce l’allarme per la sicurezza dei mezzi pubblici. Vittime delle violenze autisti e controllori. Ma spesso anche i passeggeri. «Gli episodi si somigliano un po’ tutti. Anche gli ultimi due casi non sono differenti dalle altre aggressioni che si sono verificate nei mesi e negli scorsi anni. Per gli appassionati di statistiche i numeri non mancano». Alessandro Capitani è il segretario generale della Filt Cgil, conosce bene la realtà di chi lavora tutti i giorni sui mezzi pubblici. «Poco tempo fa era il 118 ad essere preso di mira, oggi è il 170 - spiega - Domani sarà un’altra linea, ma la realtà però non cambia. La percentuale di quello che è stato programmato rispetto a quello che è stato erogato è degenerato negli ultimi cinque anni con la vecchia giunta. Basta guardare le vicende di parentopoli e gli investimenti sbagliati».
I RISCHI
«Bisogna tenere sempre presente però che l’autista è uno di noi - prosegue Capitani - troppo spesso quando arriva un mezzo in ritardo o c’è una difficoltà di altro genere il cittadino si scaglia contro l’autista che è l’unico che sta facendo il suo mestiere». Intanto, l’esasperazione e la rabbia tra i conducenti cresce, così come spiegano altri rappresentanti sindacali: «Siamo in prima linea, quotidianamente combattiamo contro atti vandalici e situazioni di emergenza messe in atto da delinquenti di ogni genere. A oggi quattrocento sono i mezzi con cabina chiusa più i trecento nuovi ma gli autobus sono due mila e molto ancora bisognerà investire». «Troppi interventi spot. Nel 2010 (per trenta giorni) operatori delle aziende di trasporto e guardie giurate hanno viaggiato a scopo preventivo su circa 500 autobus per 114 linee periferiche - aggiungono - mentre una dozzina di pattuglie della polizia municipale ha presidiato 92 capolinea considerati a rischio distribuiti in 13 municipi. Anche questa è stata un’operazione, di natura sperimentale e subito archiviata anche se aveva avuto i suoi frutti».