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Data: 08/09/2013
Testata giornalistica: Corriere della Sera
Decadenza, la mossa di Berlusconi: ricorso alla Corte europea di Strasburgo. Gli avvocati del Cavaliere contestano la retroattività della legge Severino

È stato depositato alla Giunta per le elezioni del Senato il ricorso a Strasburgo da parte dei legali di Silvio Berlusconi contro la sentenza di condanna a 4 anni per frode fiscale, resa definitiva dalla Cassazione. Il documento, di 33 pagine, fa riferimento, tra l'altro, all'articolo 7 della Convenzione europea ("Nulla poena sine lege", ovvero il principio di «irretroattività» secondo cui non ci può essere una pena in assenza di una legge che identifichi un reato) spiegando che la legge Severino non può essere applicata in modo retroattivo. Incandidabilità e decadenza parlamentare, viene argomentato nel testo, sono sanzioni di natura penale, alla luce dei cosiddetti «criteri Engel» utilizzati dalla Corte Europea. Pertanto la legge Severino non è applicabile a Berlusconi per il divieto di retroattività delle sanzioni penali.

L'ARTICOLO 13 - Il documento chiama in causa anche l'articolo 13 della Convenzione, secondo cui «ogni persona i cui diritti e le cui libertà riconosciuti nella presente Convenzione siano stati violati, ha diritto a un ricorso effettivo davanti a un'istanza nazionale, anche quando la violazione sia stata commessa da persone che agiscono nell'esercizio delle loro funzioni ufficiali». Un articolo, è la tesi del Cavaliere, che viene violato in quanto l'ordinamento italiano non prevede per Berlusconi alcun rimedio «accessibile ed effettivo» per ricorrere contro l'incompatibilità con la Convenzione Europea dei diritti umani della legge Severino. La disposizione ex art.13 «impone agli Stati contraenti l'obbligo di offrire alle persone che sono sottoposte alla sua giurisdizione (art.1 Cedu) la possibilità di far valere le proprie doglianze di violazione dei diritti garantiti dalla Cedu e dai suoi protocolli e di ottenere che esse siano esaminate con sufficienti garanzie procedurali e in modo completo da un foro domestico appropriato che offra adeguate garanzie di indipendenza e imparzialità», si legge ne testo che fa riferimento ad una luna prassi giurisprudenziale.

LA CORTE - La Corte di Strasburgo non è un'istituzione della Ue e non va confusa con la Corte di giustizia dell'Unione Europea del Lussemburgo. Nata in seguito alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, vi aderiscono tutti i 47 membri del Consiglio d'Europa. Si pronuncia sui ricorsi individuali o statali che riguardano presunte violazioni dei diritti civili e politici stabiliti dalla stessa Convenzione.

«CRITERI EUROPEI» - Anche il capogruppo dei senatori, Renato Schifani, si era richiamato ai principi di giustizia europei, spiegando politicamente la scelta tecnica dei difensori del cavaliere. «Non siamo disposti ad accettare provocazioni di esponenti del Pd che dichiarano l'intenzione di votare in modo giacobino contro Silvio Berlusconi ancora prima di esaminare le carte - aveva detto Schifani ribadendo l'avvertimento di possibili ripercussioni sulla tenuta del governo Letta in caso di voto sfavorevole al leader del Pdl -. Al contrario ci aspettiamo dal Pd la disponibilità ad ascoltare le nostre obiezioni che non sono campate in aria ma basate sui principi di giustizia europea e che, se davvero la legge vale per tutti, valgono anche per il nostro presidente».

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