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Data: 08/09/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Ma il signor B. non è l'ombelico del mondo di Mauro Tedeschini

Non so voi, ma io sono nauseato. Non ne posso più di telegiornali e grandi quotidiani che parlano solo della vicenda Berlusconi e della rissa attorno alla decadenza da senatore del Cavaliere. Mentre il mondo si interroga sul pericolo di un’escalation della guerra in Medio Oriente, in caso di attacco alla Siria, noi siamo impiccati alle minacce di crisi del signor B. E mentre persino le derelitte Spagna e Grecia cercano di agganciare il treno della ripresa, con quel che ne consegue in termini di preziosi posti di lavoro, noi viaggiamo con il freno a mano tirato per l’instabilità che deriva dalla “agibilità politica” (ma come parlano...?) di Berlusconi. Bene. Io credo che questo Paese abbia un disperato bisogno di guardare avanti e di abbassare i toni su una vicenda che da troppi anni avvelena la vita politica ed economica italiana. E credo anche che sia in atto una grossa mistificazione da parte di chi ci vorrebbe far credere che, orfano del signor B., il Centrodestra non avrebbe più la possibilità di una presenza significativa nei palazzi romani. Parliamoci chiaro: in quasi settant’anni di storia repubblicana, i governi moderati hanno avuto un peso assolutamente preponderante. E a guidarli non c’erano dei leader alla Churchill o alla de De Gaulle, ma normalissimi signori tipo Mariano Rumor o Arnaldo Forlani. Gente che veniva votata da un ceto medio che non ne voleva sapere, oggi come allora, della famosa alternativa comunista. Il problema è che, mentre a Roma sono impegnati nell’ennesima lotta tra Orazi e Curiazi, nel resto d’Italia la gente è sempre più disperata, alla prese con tutt’altri problemi: appena giovedì, tanto per restare in Abruzzo, a Cappelle sul Tavo si è tenuto l’ennesimo funerale dell’ennesimo piccolo commerciante che si è tolto la vita per il deteriorarsi di un’attività che in un recente passato sarebbe stata di sicuro successo. E ovunque spuntano i cortei e le bandiere di chi ha perso il lavoro e sfila nella speranza che qualcuno ascolti le sue richieste di aiuto. Tutti temi sui quali un Papa straordinario come Francesco cerca di attirare l’attenzione di credenti e no, anche con le telefonate a sorpresa che raggiungono le case degli oppressi, più che quelle dei potenti del mondo. Per quanto carismatico, ricco e abile sia, non credo che un uomo solo possa continuare a condizionare la vita di un intero Paese. E credo anche che questo clima di rissa continua, nonché di scontro frontale con la magistratura, abbia finito con il danneggiare lo stesso Berlusconi nell’epilogo delle sue vicende processuali. Dobbiamo uscire da questa situazione di perenne incertezza e, se necessario, tornare a votare. A patto che l’ennesima tornata elettorale non si risolva nel solito referendum tra chi è pro o contro il signor B. Occupiamoci di giovani, di lavoro, di salute. E di futuro. Buona domenica.

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