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Pescara, 16/05/2025
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Data: 08/09/2013
Testata giornalistica: Il Centro
L’appello di Francesco «Fermate la guerra». Centomila persone a San Pietro per la veglia del papa, numerosi gli stranieri Una preghiera che ha unito le comunità dal Medio Oriente fino agli Usa

Il Pontefice è arrivato alle 19, il volto concentrato e serio, non ha risposto all’ovazione della folla: «La violenza porta solo morte, noi vogliamo un mondo di pace»
Davanti a tutto il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede si è rivolto ai capi di Stato: «Non più gli uni contro gli altri, non più, mai». Poi un lungo silenzio di riflessione

«E’ ancora possibile percorrere la strada della pace? Il mondo che vogliamo non è forse un mondo di armonia e di pace? Questa sera vorrei che da ogni parte della terra noi gridassimo: sì è possibile per tutti!». Così papa Francesco davanti a centomila persone arrivate in piazza San Pietro da ogni angolo della terra per la veglia di pace, ha lanciato il suo appello ai capi di Stato affinché «finisca il rumore delle armi» perché «la guerra è sempre una sconfitta per l’umanità». Un miliardo e mezzo di persone ha risposto all’invito che il pontefice da Roma ha rivolto credenti di ogni fede e ai non credenti, a digiunare e pregare per chiedere ai leader mondiali di scongiurare la guerra, non solo in Siria, ma in tutto il Medio Oriente e nel mondo. «Pregate per me per la pace!» aveva scritto Francesco su Twitter poche ore prima di arrivare in una piazza San Pietro diventata simbolo e centro di questa maratona pacifista globale. Gli hanno risposto i musulmani dalla Siria, Libano e Giordania, gli ortodossi di Cipro, Costantinopoli e Atene che per tutta la notte hanno lasciato aperte chiese e templi per unirsi alla preghiera del papa. Ma hanno anche inviato delegazioni a Roma. Una decina di musulmani hanno recitato il Corano restando ai margini di piazza San Pietro all’esterno delle transenne. Vicino a loro esponenti delle comunità dei buddisti, gli avventisti, gli evangelici ognuno a recitare i propri testi. Uniti in questa preghiera planetaria contro la guerra. Centomila persone hanno accolto il papa quando alle 19 accompagnato solo dal cardinale Angelo Comastri è entrato in una piazza San Pietro colorata dall’arcobaleno delle bandiere della pace. A piedi, con il volto concentrato e serio, ha raggiunto l’altare. Non ha risposto all’ovazione della folla, come a sottolineare che quello di ieri non era un giorno di festa, ma di riflessione, di unione globale anche con i fedeli di altre confessioni, con i non credenti. Per convincere i leader del mondo ad imboccare in Siria e in Medio Oriente la via della diplomazia e di fermare le armi. «La guerra e la violenza portano solo morte» ha detto papa Francesco in un passo del suo discorso pronunciato davanti a tutto il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Con loro anche la presidente della Camera Laura Boldrini, il ministro della Difesa Mario Mauro, il sindaco di Roma Ignazio Marino. Ma l’appello pacifista di papa Francesco ha travalicato i confini della devozione diventando una delle più grandi manifestazioni contro la guerra. Così, mentre a San Pietro iniziava la veglia come simbolo di riflessione, a Washington centinaia di persone si sono riunite davanti alla Casa Bianca sotto gli striscioni «Bombardare la Siria non protegge le persone le uccide». «Come se fosse una cosa normale, continuiamo a seminare distruzione, dolore e morte!». Lo stesso accadeva a New York e in altre città americane. Intanto a piazza San Pietro il papa chiedeva al mondo: «La vera libertà nella scelta nella strada da percorrere in questo mondo non è forse solo quella orientata al bene di tutti e guidata dall’amore? Questa sera vorrei che noi cristiani e i fratelli di altre religioni, ogni uomo o donna di buona volontà gridasse con forza: la violenza e la guerra non è mai la via della pace!» «Non più gli uni contro gli altri, non più, mai!» ha concluso il papa che nel suo discorso rivolto ai capi di Stato non ha mai nominato apertamente la Siria. E dopo le sue parole, le centomila persone che erano in piazza San Pietro sono rimaste nel silenzio più profondo. Un silenzio voluto da Francesco per sottolineare ancora di più il momento di riflessione e che diversi commentatori tv hanno rispettato. Sono rimasti quasi tutti lì fino a mezzanotte, musulmani e cristiani, buddisti e non credenti a vegliare insieme. Oggi aspettano la risposta che i grandi della terra daranno a papa Francesco. E anche a loro.

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