PESCARA Gli abruzzesi premiano il centrodestra, puniscono severamente il Pd e assegnano al movimento di Grillo la palma di primo partito della regione. E' il responso del sondaggio realizzato da Scenaripolitici.com, il sito specializzato che nella seconda metà dello scorso luglio ha raccolto le intenzioni di voto degli elettori abruzzesi. Lo studio, pur facendo riferimento al quadro nazionale, è un termometro utile a misurare l'orientamento dei cittadini anche in vista delle regionali. Certo, la prossima primavera è ancora lontana e da qui a qualche mese tutto potrebbe mutare. Al momento, però, gli elettori sembrano avere maggiore fiducia nel centrodestra, che raccoglie il 32% dei consensi, segnando una crescita del 2,6% rispetto alle politiche di febbraio. Lo schieramento berlusconiano, tuttavia, evidenzia un calo dell'1,5% rispetto alla rilevazione effettuata lo scorso giugno e la maggiore emorragia di voti interessa proprio il Pdl, che si attesta al 26,2%, guadagnando il 2,4% rispetto alle politiche, ma perdendo il 2,8% in confronto all'ultimo monitoraggio. Sono tendenze da non sottovalutare, anche perché potrebbero accentuarsi ulteriormente, di pari passo con gli sviluppi della politica nazionale e con l'evoluzione del quadro regionale. Senza dimenticare che, quando si voterà in Abruzzo, il Pdl potrebbe già non esistere più, seppellito dalla nuova Forza Italia. Restando nel recinto nel centrodestra, Fratelli d'Italia si conferma il secondo partito (4,4%), mentre La Destra, Lega Nord, Mir, Grande Sud e Mpa, insieme, non superano l'1,4%. La leadership politica della regione, un po' a sorpresa, non risulta insidiata dal centrosinistra, ma dal Movimento 5 Stelle, che con il 29,2% si conferma il primo partito della regione e si piazza alle spalle della coalizione di centrodestra. Vacca e compagni cedono lo 0,7% rispetto alle politiche di febbraio, ma recuperano altrettanto in confronto allo scorso giugno. Arranca il centrosinistra, che insegue a quasi 6 punti di distanza dal centrodestra e a quasi 3 punti dal movimento di Grillo: l'asse Epifani-Vendola, con il 26,5%, guadagna lo 0,3% rispetto alle politiche, ma perde lo 0,5% rispetto allo scorso giugno. Il Pd, in caduta libera, sembra scontare l'insoddisfazione nei confronti del governo: è al 20,5% (-2,1% rispetto a febbraio e un ulteriore -1% rispetto a giugno). A capitalizzare il dissenso è Sel, che tocca quota 5,5% (+3% rispetto a febbraio). Si aggrava, infine, l'emorragia del grande centro, che con il 6% è ormai tale solo sulla carta: l'Udc è stabile all'1,8%, mentre Scelta Civica arretra di 2 punti, fermandosi al 4,2%.