Democratici decisi a votare a non attendere il parere di Consulta e Corte di Giustizia europea. Il leader Pdl asserragliato ad Arcore pronto a far saltare il tavolo
Dopo tre giorni di calma, tornano a spirare venti di crisi sul Governo. Questo perché Silvio Berlusconi, chiuso ad Arcore con figli e legali, svela chi ha avuto modo di sentirlo nelle ultime ore, sarebbe furioso. Con chi c'è l'ha? In primis contro gli esponenti del Pd della Giunta per le immunità del Senato, che hanno già - è la convinzione dell'ex capo del governo - deciso a prescindere di votare a favore della decadenza: un voto politico, non certo una decisione presa sulla base del diritto, è lo sfogo.
LA RIUNIONE - Dunque oggi era la giornata nella quale si riuniva la Giunta che deve decidere sulla decadenza del Cavaliere dopo la condanna per frode fiscale, sulla base della legge Severino. Il duro braccio di ferro si è concretizzato tra le mura di S. Ivo alla Sapienza quando il relatore Andrea Augello ha presentato alla Giunta tre questioni pregiudiziali prima ancora di entrare nel merito della decadenza. Il Pdl ha chiesto il rinvio della discussione, pena la rottura totale e l'inizio della crisi di governo. Pd e M5S hanno reagito tirando dritto e chiedendo e ottenendo un voto unico che valga per l'intera relazione e le tre pregiudiziali. Voto che, se avesse luogo domani, fungerebbe da ghigliottina per le larghe intese, è stata la linea rossa tracciata in serata da Renato Schifani. Quando sono quasi le 21, dopo sei ore di braccio di ferro, il presidente, Dario Stefano, propone di aggiornare la riunione della Giunta: «È molto probabile che ad un voto si arriverà domani sera».
SCHIFANI - A questo punto si registra la dura presa di posizione Renato Schifani, capogruppo Pdl al Senato: «Dalla giunta provengono segnali di muro contro muro. Un inaccettabile atteggiamento da parte del Pd e di M5S che intendono votare martedì contro le pregiudiziali formulate dal relatore. Se dovesse succedere questo, non credo che si potrebbe più parlare di maggioranza a sostegno del governo».
EPIFANI - «Far cadere il governo in questo momento sarebbe un atteggiamento irresponsabile», replica il segretario del Pd Guglielmo Epifani. «È chiaro che se dovessero dare corso a queste minacce - ha detto il segretario del Pd - avremo la prova provata che si usa questo caso come un atto di grave irresponsabilità verso la condizione economica e sociale del Paese. Se qualcuno lo farà se ne assumerà tutta la responsabilità».
LE TRE PREGIUDIZIALI - Il relatore Andrea Augello (Pdl) ha aperto i lavori ponendo tre «questioni pregiudiziali», in 70 pagine, su cui ha chiesto ai colleghi di discutere in via preventiva. Nella prima, il senatore Pdl chiede infatti alla Giunta stessa di verificare in via preliminare se è ammissibile un ricorso alla Corte Costituzionale. Nella seconda si chiede invece di sollevare direttamente l'eccezione di costituzionalità della «Severino» alla Consulta su 10 profili e non solo su quello della non retroattività della norma. La terza questione è invece la vera novità posta dal relatore: il rinvio interpretativo, per verificare la conformità della legge Severino ai principi comunitari, alla Corte Ue di Giustizia. È su questo punto che il Pdl puntava al rinvio della discussione sul merito della decadenza, questione che Augello, sorprendendo un po' tutti, oggi non ha neanche sollevato. Né si è soffermato su quel ricorso alla Corte Europea di Strasburgo presentato sabato da Berlusconi e che i componenti Pd della Giunta ritengono non ricevibile in quanto il procedimento sul caso del Cavaliere non è stato ancora completato.
PD - «Se il relatore propone di rinviare di qualche giorno ci mancherebbe altro - ha commentato la senatrice Pd, Pezzopane - se è in attesa della Corte di Strasburgo dubito che si possa attendere due anni che per dare attuazione ad una legge che parla di decadenza immediata». E, poco prima di entrare in Giunta, commenta la questione anche il senatore Lucio Malan (Pdl): «Quando c'è un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo il governo deve presentare una memoria spiegando le ragioni di quanto accade in Italia». Per Malan, che cita come esempio la questione del crocifisso nelle scuole, il governo «dovrà prendere una posizione, ne ha l'obbligo, e dovrà anche essere unitaria». Mentre il senatore Pd, Felice Casson, aveva commentato: «Il ricorso alla Corte europea è non ricevibile» e sottolinea che «non c'è ancora un atto della giunta, quantomeno bisogna aspettare che ci sia una decisione della giunta per presentare ricorso». Ribatte, via Twitter, Maria Stella Gelmini (Pdl): «Spero che il custode e l'interprete del diritto per il Pd non sia Casson o finisce male...».
M5S: «PERDONO TEMPO» - Tempistica incerta, ma immediata sul Web la reazione del M5S: «Il relatore Augello si rifiuta di presentare le conclusioni e avanza solo questioni pregiudiziali. Vuole solo perdere tempo», si legge sul profilo Twitter dei grillini del Senato. Un post condiviso anche da Beppe Grillo.
IL VOTO - Qualora si arrivasse alla bocciatura sulle pregiudiziali presentate dal relatore Andrea Augello, favorevoli a questa ipotesi Pd, Scelta Civica e Movimento 5 Stelle, questo voto potrebbe far decadere il relatore Augello e si dovrebbe nominare un nuovo relatore che dovrà presentare un nuovo testo sul quale fare esprimere la Giunta. Ricordiamo che la Giunta delle immunità del Senato è una commissione costituita da senatori di tutti gli schieramenti politici, che ha il compito di valutare se un componente del Senato è ammesso nell'assemblea o se invece deve essere sospeso. Nello specifico deve rispondere alla richiesta di far decadere da senatore Berlusconi in base alla legge Severino-Monti (che prevede l'ineleggibilità e la decadenza dal Parlamento per i condannati per una serie di reati).
«CORTE, PRIMA VALUTAZIONE TRA TRE MESI» - Intanto una prima valutazione sull'ammissibilità del ricorso presentato da Silvio Berlusconi «potrà arrivare non prima di tre-quattro mesi»: questa l'indicazione raccolta dall'agenzia Ansa da fonti della Corte europea dei diritti dell'uomo. I legali del leader del Pdl hanno già depositato presso la Giunta per le elezioni del Senato il ricorso a Strasburgo - un documento di 33 pagine - contro la sentenza di condanna a 4 anni per frode fiscale, resa definitiva dalla Cassazione.
APPELLO IL 19 OTTOBRE - Infine, si svolgerà il 19 ottobre, davanti alla III Corte d'Appello di Milano, l'udienza della vicenda Mediaset per la rideterminazione dell'interdizione dai pubblici uffici. La pubblica accusa sarà rappresentata dal vice procuratore generale Laura Bertolè Viale.