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Data: 10/09/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
La mossa di Augello: chiedere il parere della Corte Ue E Strasburgo avverte: il vaglio non prima di 4 mesi

ROMA Le tre Corti che al Senato il relatore della causa Berlusconi, il pidiellino Andrea Augello, tira in ballo per sciogliere la questione della decadenza del Cavaliere, sembrano un rebus. Corte (o carta) vince o perde? Le tre strade invocate in Giunta per le immunità - Corte Costituzionale, Corte di Lussemburgo, Corte di Strasburgo - sono ben diverse tra loro per natura, funzioni e, soprattutto, per tempi di decisione. I ricorsi alla Consulta italiana impiegano circa 10 mesi prima di essere esaminati e non possono essere presentati direttamente dal cittadino ma, in via incidentale, da un giudice oppure per conflitto da un potere dello Stato. Ieri è invece a arrivato a Strasburgo il ricorso di Berlusconi alla Corte europea dei diritti dell’uomo contro l’Italia, ”rea” di aver adottato una legge, la Cancellieri-Monti-Severino, che retroattivamente, e dunque illegittimamente, lo fa decadere da senatore.
I TEMPI DI DECISIONE

La prima valutazione di ammissibilità sulle 33 pagine del ricorso avverrà «non prima dei prossimi 3-4 mesi». Un tempo non immediato ma più breve dei sette mesi impiegati da Strasburgo per prendere in esame il caso di Yulia Tymoshenko, l’ex leader ucraina finita in carcere. Alla Corte europea dei diritti dell’uomo, composta da 47 giudici, in rappresentanza di ciascuno Stato firmatario della Convenzione, qualsiasi cittadino può rivolgersi direttamente, senza il ”filtro” di un giudice. Inevitabilmente, il carico di lavoro è imponente: solo per l’Italia, la Corte deve esaminare ben 14.650 cause pendenti. Berlusconi potrebbe attendere uno-due anni per la sentenza di merito. Ma quante chance ha il ricorso del Cavaliere, a Strasburgo, di essere dichiarato ammissibile? Un caso assai recente, riguardante l’Italia, farebbe propendere per un esito positivo. A novembre, il governo Monti aveva presentato ricorso alla Grande Camera della Cedu contro la bocciatura della legge sulla fecondazione assistita, impugnata da una coppia cui le norme vietavano la diagnosi pre impianto. Ebbene, il governo sostenne che la Corte non avrebbe potuto pronunciarsi perchè non erano state esperite tutte le vie di ricorso interne. Ma Strasburgo rigettò il ricorso e confermò la condanna dell’Italia. Diverso il caso della Corte di Giustizia della Corte europea, con sede a Lussemburgo, cui Augello ha proposto di fare ricorso. Le decisioni dei 15 giudici europei incidono direttamente sugli ordinamenti nazionali. In tale prospettiva, la legge Monti-Severino sarebbe da censurare perchè incide, da un lato, sulla possibilità di un cittadino italiano di candidarsi alle elezioni per il Parlamento europeo nello Stato membro di residenza, e dall’altro sulla facoltà di un cittadino europeo che voglia candidarsi in Italia quale Stato di residenza e si trovi in una delle situazioni di incandidabilità previste dalla legge del 2012.

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