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Data: 10/09/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Scuola, cancellati i bonus maturità. Sconcerto fra gli studenti pioggia di ricorsi in vista. Decreto istruzione: stanziati 400 milioni, fondi per i libri. Stabilizzazione per 27 mila insegnanti di sostegno

ROMA Via i bonus maturità per i test d’accesso alle Università, assunzioni per il personale Ata e stabilizzazione per 27 mila insegnanti di sostegno, riduzione del costo dei libri a carico delle famiglie con stanziamento di fondi per il welfare scolastico e la possibilità di utilizzare testi vecchi. Inoltre: estensione del permesso di soggiorno per studenti stranieri e sanzioni per chi usa la sigaretta elettronica a scuola. «L’istruzione riparte» ha commentato il ministro Maria Chiara Carrozza illustrando con toni soddisfatti le numerose misure presenti nel decreto legge approvate dal Consiglio dei ministri con lo stanziamento di 400 milioni di euro in gran parte coperte dalle accise sugli alcolici. «L’applicazione della Costituzione sul diritto allo studio - ha aggiunto il presidente del Consiglio Enrico Letta - è all’inizio del nostro provvedimento. Ci interessa ricominciare a investire sulla scuola e l’istruzione dopo anni di tagli». Per Mimmo Pantaleo, segretario della Flc-Cgil è una prima inversione di rotta rispetto al passato ma le misure sono considerate insufficienti anche per il silenzio sui rinnovi dei contratti e sugli scatti di anzianità congelati. I provvedimenti si suddividono in tre grandi settori: per studenti e famiglie, per il mondo della scuola: per l’università e la ricerca. Nel complesso lo stanziamento è di 400 milioni a regime. Una delle decisioni più attese da decine di migliaia di studenti alle prese con i test d’ingresso nelle Università, è stata la cancellazione immediata del bonus maturità. «Non si terrà dunque conto del voto conseguito all’esame di Stato» ha spiegato il ministro. Con un piano triennale saranno immessi in ruolo personale docente (69mila), educativo e Ata-ausiliari tecnici amministrativi (16 mila). Il piano terrà conto dei posti vacanti e disponibili in ciascun anno e dei pensionamenti. Per garantire il servizio agli alunni disabili è stata autorizzata l’assunzione a tempo indeterminato di oltre 26 mila docenti di sostegno per poter assistere oltre 52 mila alunni. Sul fronte dell’edilizia scolastica le Regioni potranno contrarre mutui trentennali a tassi agevolati con la Banca europea per gli investimenti, la Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa, la Cassa depositi o istituti bancari. Gli oneri di ammortamento saranno a carico dello Stato. Un capitolo riguarda la lotta alla dispersione scolastica per arginare l’abbandono da parte dei ragazzi. Sarà avviato un programma specifico che contempla anche il prolungamento dell’orario per gruppi di alunni nelle realtà in cui è maggiormente presente il fenomeno. Nel settore del «welfare dello studente», sono stanziati 100 milioni per aumentare il Fondo per le borse di studio degli studenti universitari (dal 2014) per coprire spese di trasporto e ristorazione. Altri 15 milioni sono stati destinati alla connettività wireless nelle scuole secondarie. Un altro pacchetto di misure riguarda i libri di testo con lo stanziamento di 8 milioni per finanziarne l’acquisto da dare in comodato d’uso agli studenti in difficoltà economiche. Da quest’anno si potranno usare testi nelle edizioni precedenti.

Sconcerto fra gli studenti pioggia di ricorsi in vista

ROMA «Esco dall'aula convinto del mio test e scopro di non avere più il bonus. Ma che tempistica è? Non si può annulare un decreto e cambiare tutto in corso d'opera così, a sorpresa». Giuseppe Legrottaglie, 18 anni, partito da Ostuni (Brindisi) con il sogno di fare il medico, è furibondo. Parla a manetta senza pause, è deluso, arrabbiato perché sa che il suo esame a Firenze potrebbe non essere andato bene: «Se mentre faccio il test so di avere 9 punti evito di rispondere alle domande di cui non sono certo. Per questo ne ho lasciate in bianco 7, se avessi saputo di non avere più il bonus avrei agito diversamente» racconta l'aspirante matricola di medicina che da una settimana è fuori casa e viaggia tra Roma e la Toscana, dove sta provando anche "altre strade", come biotecnologie e farmacia, il tutto a suon di centinaia di euro. E giura: «Se non passo il test farò ricorso». E a quanto pare non sarà certo l'unico. Giuseppe è uno degli oltre 84mila ragazzi che ieri mattina in tutta Italia, da Napoli a Padova, da Torino a Palermo, hanno affrontato i test per le facoltà di medicina e odontoiatria, solo 10.771 i posti disponibili. Una giornata aperta dalle polemiche delle associazioni universitarie contro il numero chiuso e complicata ancora di più dalla decisione a sorpresa del Consiglio dei ministri di cestinare con effetto immediato il decreto bonus, che attribuiva punti di vantaggio agli studenti più meritevoli. A Roma sono arrivati in 9mila per affrontare le prove tra le università La Sapienza e Tor Vergata. E proprio all'ingresso dell'aula di clinica e ortopedia della Sapienza è andato in scena un flash mob organizzato da Link - Coordinamento universitario per manifestare contro il "non salutare" numero chiuso. «Dal 2018 in Italia ci sarà una carenza di 22mila medici - spiega Alberto Campailla, del Link - Il rischio è che non ci saranno più camici bianchi in futuro. Inoltre il test a crocetta non seleziona lo studente, ma è il suo inserimento e percorso a definirne le possibilità». Ne è convinta anche Marta che commenta all'uscita dall'aula il suo test: «E' andata bene, ho risposto solo alle domande che sapevo bene. Il bonus non mi è toccato. Ma è il numero chiuso che contesto: si sa che molti non arrivano alla laurea, la selezione è quella, non privarci della possibilità di accedere». Non la pensa allo stesso modo il presidente del Consiglio universitario nazionale, Andrea Lenzi, che considera «quello dei test il sistema più oggettivo e trasparente che si è trovato in Europa. Una selezione è necessaria». A sparigliare le carte alla fine della mattina è arrivato poi l'annuncio via twitter del ministro dell'Istruzione Carrozza: «Il bonus maturità è abolito». In parte una vittoria, è quello che le associazioni studentesche volevano, in parte la miccia di un nuovo caos.

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