Nuova frenata. Ma il premier avverte: la crisi solo davanti al Parlamento Napolitano: «Se saltano i pilastri della convivenza nazionale tutto è a rischio»
ROMA Silvio Berlusconi rinvia l’incontro con tutti i parlamentari del Pdl atteso per oggi alle 13,30 alla Camera. E’ questo il primo segnale che per quanto la maggioranza sia a un bivio si continua a trattare per evitare la crisi di governo. Ma non è il solo. In serata Enrico Letta incontra la delegazione dei ministri del Pdl e mostra ancora una volta ottimismo. «Si può andare avanti», dice infatti il premier dopo aver parlato a lungo con il suo vice Angelino Alfano e gli altri tre ministri. Il Cavaliere, che solo lunedì aveva convocato l’assemblea congiunta di senatori e deputati, resta ad Arcore e non scende a Roma per decretare la fine del governo di Enrico Letta facendo ritirare la delegazione dei ministri berlusconiani. «Non è ancora il momento», dice ai suoi, spiazzando quanti da giorni lo stanno cercando di convincere a staccare la spina perché il Pd non farà nulla per salvarlo dalla decadenza e perché non ci può fidare neanche del Capo dello stato. La situazione resta tesissima e la giornata è scandita ancora dai continui ultimatum del Pdl al Pd sul voto per la decadenza da senatore del loro leader. Se cade lui cade il governo, ripetono falchi e colombe all’unisono. «Se non teniamo fermi e non consolidiamo questi pilastri della nostra convivenza nazionale tutto è a rischio, tutto può essere a rischio», avverte però in serata il capo dello Stato che ieri ha ricevuto al Quirinale una delegazione del comune di Barletta, ora guidato dal suo ex portavoce Pasquale Cascella, in occasione del 70 anniversario della ribellione all’occupazione nazista. Parole interpretate come un monito in casa Pdl, dove accanto alla voglia di rompere tutto c’è consapevolezza del ruolo che tanto più di fronte a una crisi di governo tornerebbe ad avere il capo dello Stato. Il pallino, in quel caso, tornerebbe infatti nelle mani di Giorgio Napolitano che, e non è mistero visto che lo ha detto pubblicamente in occasione della rielezione davanti al Parlamento, ha accettato il sacrificio di un secondo mandato al Colle chiedendo alle forze politiche di dar vita a un governo per scavallare la crisi economica e per fare le riforme. Tocca a Enrico Letta l’ultima mediazione. Mentre in Giunta slitta il voto sulla decadenza di Berlusconi ma il Pd conferma che non farà sconti al cavaliere sulla decadenza, Letta conferma alla delegazione berlusconiana un messaggio chiaro. Un minuto dopo che i ministri dovessero consegnare al premier le loro dimissioni si aprirebbe «un percorso lineare». In perfetto accordo con il Qurinale Letta infatti andrebbe in Parlamento per «parlamentarizzare» la crisi. E per chiedere un nuovo voto di fiducia. Non sarebbe cioè disponibile a guidare un esecutivo con una maggioranza raccogliticcia, messa insieme grazie ai voti di qualche Scilipoti di turno, ma accetterebbe di dare vita a un esecutivo di scopo per varare la legge di stabilità e cambiare la legge elettorale, una delle condizioni poste proprio da Napolitano per il bis al Qurinale. «Questo governo è nato su indicazioni del Parlamento e se qualcuno ritiene che non ci siano le condizioni per andare avanti se ne dovrà assumere la responsabilità davanti al Parlamento», fanno sapere da palazzo Chigi. Una linea discussa da Letta anche con Guglielmo Epifani che il premier ha ricevuto ieri a Palazzo Chigi. La scelta di parlamentarizzare la crisi non significa che Letta abbia già in tasca un’altra maggioranza. Certo c’è da registrare la disponibiltà di Nichi Vendola. E ci sono i forti dissensi nel Movimento 5 stelle, soprattutto in Senato. Secondo Sonia Alfano sarebbero almeno una ventina i grillini pronti a sostenere un governo con il Pd. Numeri ballerini che però consigliano ancora prudenza al Cavaliere che, per quanto raccontano sia furibondo, non ha ancora deciso definitivamente la strada da imboccare. E c’è poi la crescente insofferenza del Pd per i continui ultimatum dell’alleato di governo. In molti spingono perché sia proprio Letta a rovesciare il tavolo andando a vedere, come a poker, il bluff con il quale il Cavaliere sta continuando a tenere in scacco Parlamento e governo.