Luce verde alla filovia, ma con cinque prescrizioni: questa è la decisione presa ieri sera dal comitato regionale Via che ha di fatto promosso lo studio presentato dalla Gtm, dando l'ok alla riapertura del cantiere, fermo dal 24 ottobre. Le riserve espresse dal comitato sono altrettante richieste che la Gestione trasporti metropolitani deve soddisfare per portare a conclusione l'opera: si tratta di monitorare l'inquinamento acustico e la qualità dell'aria, di ripiantare sulla strada-parco i 1500 alberi abbattuti, di eliminare le barriere architettoniche presenti sui sette chilometri del tracciato da Pescara a Montesilvano e di produrre uno studio sugli altri lotti del progetto. Una decisione giunta al termine di una discussione accesa, durata sei ore, dalle 14 alle 20, dopo che la mattinata era stata dedicata alle ausizioni delle parti in causa. Per la prima volta, il comitato si è riunito con un solo punto all'ordine del giorno e già questo dava l'idea del clima che si respirava attorno al verdetto. Clima che si è ulteriormente surriscaldato al momento di ascoltare i soggetti in causa, dalla Gtm alle associazioni. Con i responsabili dell'ente appaltante c'era anche l'assessore regionale Carlo Masci, fautore anch'egli della filovia: Masci voleva entrare e dire la sua, ma è stato respinto dai commissari. Stessa sorte stava per capitare alla responsabile del Wwf Loredana Di Paola e al presidente di Carrozzine determinate Claudio Ferrante: ne è nato un aspro confronto verbale. Alla fine sia Di Paola che Ferrante sono stati ascoltati. Ma il bello è arrivato dopo, quando i commissari si sono chiusi in una stanza per valutare tutti gli atti e assumere una decisione tanto importante quanto controversa. Anche al suo interno il comitato non era certo concorde se è vero che la discussione fra i vari membri è stata a dir poco animata, vista la posta "politica" in palio, per cui la formula della promozione con riserva rigetta la palla nel campo della Gtm per la quale quella di ieri potrebbe rivelarsi una vittoria di Pirro. Intanto il Wwf annuncia il ricorso al Tar: «Premesso che si tratta di una autorizzazione in sanatoria, quindi per noi illegittima e che impugneremo immmediatamente al Tar, - afferma Loredana Di Paola - comunque le pesanti prescrizioni imposte confermano la fondatezza delle osservazioni nostre e delle altre associazioni, imponendo alla stazione appaltante adeguamenti progettuali allo stato dei fatti impossibili da attuare. Posizione confermata dalla stessa Gtm che, per bocca dei suoi consulenti, ammette indirettamente il forte impatto ambientale dell'opera, rilevando l'esistenza delle numerosissime barriere architettoniche insistenti sul tracciato scelto!».