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Data: 12/09/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Scintille tra Marino e il Pd su bilancio in rosso e aziende

Bilancio, aziende municipalizzate, nomine. Le emergenze sul tappeto chiedono risposte immediate, e i consiglieri comunali vogliono poter dire la loro, a partire dalla manovra economica che sarà messa a punto nelle prossime settimane. Se i singoli temi saranno sviscerati in riunioni apposite, il summit della maggioranza capitolina di ieri sera, a Palazzo Senatorio, si è trasformato in uno sfogatoio delle incomprensioni e degli attriti accumulati in questo primo scorcio di consiliatura all’interno della coalizione di centrosinistra. Ignazio Marino punta a entrare nel vivo della sua amministrazione, dopo la pausa estiva, chi siede abitualmente nell’aula Giulio Cesare chiede di partecipare alla programmazione del futuro della città: il sindaco ha convocato la riunione proprio con l’obiettivo di creare un maggiore coordinamento tra la giunta e l’assemblea capitolina.
LE DUE ANIME

«Non stiamo qui soltanto per schiacciare i bottoni e approvare i provvedimenti della giunta - sbotta un esponente di primo piano del Pd - Il sindaco deve coinvolgerci in tutto, a partire dalla gestione delle aziende». Una chiave di lettura comune a molti democrat, soprattutto di area moderata, che però è respinta da Fabrizio Panecaldo: «Se qualcuno pensa ancora a un’amministrazione fatta di caminetti e riunioni segrete, deve sapere che i caminetti sono stati aboliti e che si sta cambiando registro», sottolinea il coordinatore della maggioranza in consiglio comunale.
LE PRIORITÀ

In testa all’agenda del Comune c’è, ovviamente, il bilancio 2013. Nonostante l’ultima proroga del governo, che allunga a novembre i termini per l’approvazione finale, l’iter della manovra si preannuncia pieno di difficoltà, a causa della difficile situazione finanziaria dell’amministrazione e i nuovi tagli ai trasferimenti statali, che obbligano l’esecutivo Marino a recuperare altri 5-600 milioni. «Qui andranno fatte le vere scelte strategiche - spiega Panecaldo - perché quando hai pochi soldi è compito della politica decidere se spenderli per i servizi alla persona o per riparare un marciapiede». Ma è proprio su questo capitolo che si misureranno i rapporti tra giunta e consiglio: in passato le approvazioni del bilancio erano agevolate dalle capacità di spesa, adesso ai consiglieri comunali non resta che votare una serie di misure lacrime e sangue. In una situazione come questa, l’incidente di percorso è sempre dietro l’angolo.
LE AZIENDE

Altro tema caldo è quello delle municipalizzate. L’assemblea deve ancora approvare la delibera di giunta sulla riforma della governance delle aziende capitoline. Ma nel Pd già si registrano forti maldipancia sulla creazione della holding - che Marino vuole ma la maggior parte dei consiglieri no - e sui poteri di indirizzo dell’aula Giulio Cesare, previsti dal nuovo Statuto di Roma Capitale, che molti vorrebbero estendere anche alle nomine. La recente vicenda di Atac Patrimonio, con la decadenza del vecchio cda decisa ai piani alti di Palazzo Senatorio, ha già scatenato i primi malumori. Ma c’è anche chi, come Athos de Luca, chiede un’accelerazione per il ricambio al vertice di Ama, «allo scopo di ripristinare efficienza, trasparenza e un forte rilancio della raccolta differenziata».

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