Il giorno dopo l'ok della Regione alla Via in sanatoria, la Gtm si è mossa con il Comune di Pescara inviando il vice presidente Giacomo Marinucci a sondare il terreno col vice sindaco Berardino Fiorilli. In discussione i tempi di riapertura del cantiere, chiuso dal 24 ottobre, che la Gtm conta di ripristinare in fretta, ovviamente dopo aver fissato la scaletta dei lavori con la Balfour Beatty, la ditta che ha vinto l'appalto e che, fino all'interruzione di undici mesi fa, aveva svolto l'80% dei lavori. Lunedì l’incontro per fissare il pronti-via. «Le prescrizioni chieste dal comitato Via - spiega Fiorilli - sono importanti ma non tali da inficiare la prosecuzione e la conclusione dell'opera. Crediamo che, fissata la tempistica, tutto procederà speditamente e il primo tratto della filovia sarà completato». Ciò significa che l'ente appaltante si avvia ad effettuare a tamburo battente i lavori per l'abbattimento delle barriere architettoniche, la prescrizione più pesante chiesta dal comitato. «Criticità che sarà eliminata - aggiunge Fiorilli - come pure quella del fondo stradale, che è un falso problema». Michele Russo, presidente della Gtm, ha manifestato una soddisfazione «velata dal rammarico perché senza gli ostacoli di varia natura posti sul nostro percorso si poteva evitare un anno di ritardo nell'ultimazione dell'opera». Ritardo che Maurizio Acerbo addebita allo stesso Russo: «Se il cantiere è stato bloccato la responsabilità è di chi non ha fatto tutto quanto era suo dovere, mi riferisco alla procedura di Via». Russo è convinto che la strada della filovia sia ormai spianata, ma Acerbo invita a frenare: «Se fossi al posto di Russo e della Regione aspetterei prima di cantare vittoria, per ora c'è il ricorso al Tar, poi verrà quello alla Corte dei Conti, sempre che la Gtm riesca a superare le prescrizioni». Per Russo, invece, conta portare a termine la missione che è stata data quando fu nominato presidente della Gestione trasporti metropolitani, missione che diventa possibile ora che gli è stato rinnovato il mandato triennale (luglio 2012-luglio 2015). Ed è la stessa missione che vuole portare a compimento il centrodestra tutto, a giudicare dalle reazioni esultanti del presidente della Regione Gianni Chiodi e dell'assessore Carlo Masci. Al Wwf non rimane che il ricorso al Tar, che partirà la prossima settimana, alle associazioni la rabbia per le ragioni dei cittadini, che secondo loro sono rimaste inascoltate, mentre da Mario Sorgentone (associazione Strada-parco) si accusa «l'ottusa e preconcetta politica del centrodestra e l'ambiguità del centrosinistra». Più fiducioso sembra Maurizio Niondi (comitato Utenti strada-parco), per il quale "quella della Gtm «è una vittoria di Pirro». Opinione condivisa da Camillo D'Angelo del Pd, che è ancora più drastico: «Il filobus non partirà mai perché è un mezzo non omologato per quel tipo di servizio, accadrà a Pescara quanto è già accaduto a Bologna, basta documentarsi un po' per capire come andrà a finire».
«Barriere architettoniche e ostacoli insanabili»
PESCARA La mancanza di rampe e attraversamenti sulla Strada parco, i dissesti lungo la pavimentazione, gli scivoli a doppia pendenza o con gradino superiore a 2,5 centimetri dovranno essere al centro di «interventi correttivi» messi in atto dalla Gtm. Si tratta della prescrizione più evidente imposta dal comitato di coordinamento regionale per la Valutazione d’impatto ambientale (Via) al progetto del Filò, a cui si aggiunge la predisposizione di un piano annuale di controllo del traffico e di monitoraggio fonometrico «al fine di attuare eventuali azioni di mitigazione dell’impatto acustico per assicurare il rispetto dei valori limite applicabili» e, infine, la necessità di piantare nuovi alberi lungo il tracciato. Il problema dell’inaccessibilità della strada parco tocca da vicino i disabili che fanno capo all’associazione Carrozzine determinate. «Abbiamo presentato un dossier con misurazioni, fotografie e video che dimostrano i chilometri di barriere architettoniche insanabili», spiega risentito il presidente Claudio Ferrante, «molte di queste non possono essere abbattute nemmeno spendendo 10 milioni di euro. Ma come si fa a far continuare a sperperare denaro pubblico? Le barriere pongono anche un problema di sicurezza che riguarda bambini, anziani, mamme col passeggino e chi ha avuto un infortunio momentaneo. Per mettere a norma il tracciato bisognerebbe espropriare le case che costeggiano la Strada parco». «La procura, la Corte dei conti, il Tar e se servirà la Corte europea», conclude Ferrante, «deciderà sulle responsabilità civili penali pubbliche o private di chi oggi realizza un’opera fuori legge».