Iscriviti OnLine
 

Pescara, 15/12/2025
Visitatore n. 750.220



Data: 13/09/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il rovello di Berlusconi: rompere prima della manovra d’autunno

ROMA Appellarsi al «buon senso» è sempre utile. Specie quando si guida una coalizione composta da partiti che continuano a darsele di santa ragione anche mentre governano insieme. Enrico Letta ha però bisogno per le prossime settimane di un buon senso doppio perché al nodo in Giunta della possibile decadenza di Silvio Berlusconi si aggiunge quello della legge di stabilità che il calendario fa più o meno coincidere. A metà ottobre il documento contabile di manovra dovrà essere sui tavoli di Bruxelles per ricevere - per la prima volta - il visto della Commissione. Più o meno negli stessi giorni i senatori del Pd e del M5S dovrebbero votare la nuova relazione dopo aver audito avvocati e, probabilmente, lo stesso Cavaliere.
COPERTURE
Tre settimane di passione a doppia intensità attendono Enrico Letta che prova ad allentare la tensione mettendo in agenda proprio per metà ottobre un tour negli Usa con tanto di incontro con Obama alla Casa Bianca. Un segno delle difficoltà in cui versa l’esecutivo si è avuto ieri nella seduta congiunta delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera nella quale si è iniziato l’analisi del decreto che contiene anche la cancellazione dell’Imu. L’analisi sulle coperture - di fatto inesistenti - effettuata da Marco Causi (Pd), uno dei relatori del provvedimento, ha lasciato sconcertati i presenti. All’appello mancano oltre due miliardi solo per coprire l’anno in corso, mentre per i prossimi si aspetta di capire quale forme prenderà la Service tax. L’aumento dell’Iva da scongiurare (un miliardo), la promessa di un nuovo rimborso dei debiti della Pubblica amministrazione e il pressing di Confindustria per un drastico taglio del cuneo fiscale (4-5 miliardi) rischiano di comporre una miscela esplosiva ancor più pericolosa se i provvedimenti di cui sopra verranno accompagnati da una poderosa opera di taglio della spesa come da tempo chiede il ministro dell’Economia Saccomanni.
RIFORME
«Il governo è imballato perché per dare una sponda alle colombe del Pdl si è dissanguato con il taglio dell’Imu e ora rischia di non avere risorse per qualunque ipotesi riformista», chiosa un viceministro. Tra la stabilizzazione dei precari, i fondi alla cultura e il decreto sulla scuola sono usciti di recenti altri soldi. Al punto che a fine anno potrebbero scattare le clausole di salvaguardia volute dal Tesoro con nuove tasse su carburanti, alcol e giochi.
LACRIME
Anche se ad Arcore non si sono fatte riunioni sui contenuti che dovrà avere la legge di stabilità, l’allerta di ieri della Bce («l’Italia rischia di non centrare l’obiettivo del deficit»), è stato usato da coloro che voglio far saltare il governo come motivo in più per ritirare la pattuglia dei ministri lasciando a Letta una forma di appoggio esterno sino alle elezioni di primavera. Valutazioni che, come più volte sottolineato, devono fare i conti con il Quirinale che sembra attendere al varco coloro che verranno meno alle promesse fatte al momento del voto per il nuovo settennato. E’ però vero che da ieri nell’altalena di umori che agitano il Cavaliere è entrata anche la preoccupazione per una manovra di bilancio vecchio stile - di ”lacrime e sangue” - di 14-15 miliardi che potrebbe però salire se si vorrà metter mano anche al cuneo fiscale. Una prospettiva che comincia ad agitare anche il Pd con Matteo Renzi che, fiutato il pericolo, ha già iniziato a punzecchiare il premier.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it