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Pescara, 16/05/2025
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Data: 15/09/2013
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Obiettivo Croazia ma senza le navi della Snav La draga sta scavando ulteriori 100mila metri cubi

Luce verde alla Valutazione ambientale strategica, ferma da un anno e ora finalmente in dirittura di arrivo. Con l'approvazione della Regione, la Vas "tornerà" a Pescara per essere adottata dalla Capitaneria di porto, una volta vagliate le prescrizioni esistenti, e sbloccare così l'iter del Piano regolatore. Questo significa che i tempi per una soluzione radicale dei problemi dello scalo marittimo, insabbiamento su tutti, sono brevi. In tal modo possono respirare anche gli operatori della dàrsena commerciale, dove la draga "Fioravante" della ditta Sidra ha iniziato a scavare gli ulteriori 100mila metri cubi di materiali, frutto delle economie derivate sulla somma complessiva dell'appalto. Con la Vas vicina al traguardo, il Consiglio comunale deve solo prendere atto dell'ok della Regione e dell'adozione della Direzione marittima, dopodiché si passerà alla fase operativa ovvero quella dei lavori. I venti milioni di euro stanziati dal Ministero delle Infrastrutture sono lì, pronti per essere utilizzati, e se non sono sufficienti per fare tutti gli interventi necessari, bastano sicuramente per realizzare il nuovo molo di levante. Si tratta del cosiddetto allungamento del fiume che consente di scavalcare la diga foranea annullando l'effetto-tappo, principale causa dell'accumulo di detriti. L'allungamento del fiume comporta la costruzione di una banchina di 350 metri, ideale approdo per i crocieristi. Questa è una delle due svolte auspicate dagli operatori commerciali «perché - spiega il portavoce Gianni Leardi - ci permette di riavere i collegamenti con l'altra sponda dell'Adriatico per la prossima estate». Collegamenti che Pescara non ha più da tre anni, da quando la Snav decise di togliere il catamarano Pescara Jet a causa dell'impraticabilità del porto, un tracollo che fece perdere allo scalo 75mila passeggeri (25mila l'anno) potenziali al capoluogo adriatico. «Nel frattempo, però, - aggiunge Leardi - abbiamo verificato che Pescara conserva il suo appeal sulle compagnie di navigazione, nonostante tutto. E fermo restando che la Snav non gtornerà, ci sono già trattative in corso con altri gruppi per riavere il traghetto dal 2014». Fondamentale, a questo punto, è che non si dorma sugli allori e che il dragaggio alla dàrsena prosegua a ritmo sostenuto: «Noi abbiamo chiesto - conclude il portavoce degli imprenditori - che si arrivi a scavare almeno fino a 6 metri e mezzo, quota per avere il margine minimo di sicurezza per l'attracco delle navi mercantili e passeggere. A giudicare dalle potenzialità del dragaggio in corso ci sarebbe addirittura la possibilità di ottenere un pescaggio ancora superiore, fino a 7 metri. Ed è evidente che da questo obiettivo prioritario dipende la riprese delle attività economiche, completamente ferme da due anni, e dei collegamenti con la Croazia». Ottimista sulla Vas e sul pescaggio è pure l'assessore Antonio D'Intino, che ha la delega per i problemi del porto: «Abbiamo sollecitato l'approvazione della Valutazione ambientale strategica - rivela - per lunghi mesi e ora ci siamo. La mancanza di quell'atto ci ha precluso di dare seguito al Piano regolatore e di avviare gli interventi risolutivi al problema dell'insabbiamento. Quanto al dragaggio, io credo che già a sei metri la situazione per le navi sarebbe buona, capisco che gli operatori vogliano di più e se i risparmi dell'appalto ce lo consentiranno non saremo certo noi a frenare per ottenere un pescaggio più profondo». Da porto sepolto e abbandonato da tutti, dunque, lo scalo pescarese comincia a riemergere dalle secche.

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