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Pescara, 16/05/2025
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15/09/2013
Il Centro
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Berlusconi, in Senato si allarga il fronte per il voto palese. Dopo il M5S, lo chiedono anche Pd, Lega, Sel e Udc Il “no” del Pdl. Schifani: faremo argine a qualsiasi forzatura |
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ROMA Cresce il fronte del voto palese. La proposta del Movimento 5 Stelle, che chiede di giocare a carte scoperte la partita sulla decadenza di Berlusconi e punta ad abolire il voto segreto per evitare che i franchi tiratori possano “neutralizzare” la sentenza della Cassazione, trova proseliti. Nel giorno in cui il vicepremier Angelino Alfano lancia un ultimo, disperato, appello affinché il Pd non consideri Berlusconi «come un nemico», il colpo più duro per il Cavaliere parte proprio dai suoi ex alleati del Carroccio. «La Lega chiederà la votazione palese quando arriverà in aula al Senato il voto sulla decadenza di Berlusconi. Riteniamo che ogni partito debba assumersi in maniera limpida le proprie responsabilità davanti ai cittadini senza sotterfugi o giochi politici» taglia corto il capogruppo della Lega al Senato, Massimo Bitonci. Pollice verso anche da Roberto Calderoli: «Per noi va bene qualunque cosa. Non abbiamo paura di far vedere quel che votiamo». In vista del voto che ci sarà la prossima settimana nella Giunta per le imunità del Senato, le tensioni tra Pd e Pdl sulla decadenza del Cavaliere tornano a galla. Il governo rischia? Enrico Letta evita di prendere posizione sul voto palese o segreto («Non entro in questa discussione, il voto non è mia materia») ma non vede pericoli per il suo governo e sul palco della Festa dell’Udc a Chianciano lo dice senza tentennamenti: «Sono assolutamente convinto che mercoledì, quando la giunta per le immunità del Senato dovrà votare sul caso Berlusconi, non capiterà nulla che metterà in crisi il governo». Il premier ostenta ottimismo ma la tensione tra Pd e Pdl aumenta per tutto il giorno ed esplode sul palco dell’Udc, dove si affrontano Nicola Latorre e Renato Schifani. Quello che va in scena è un botta e risposta acceso, durante il quale il capogruppo del Pdl al Senato arriva a minacciare di abbandonare il palco. Ad aprire le danze è il senatore del Pd. «Mi auguro che si voti con voto palese, bisogna avere il coraggio delle proprie posizioni, ancor più in un passaggio così delicato» attacca Latorre, che dice di non temere gli eventuali franchi tiratori del suo partito: «Sono assolutamente tranquillo, il Pd è compatto». E invita Berlusconi a dimettersi. Schifani prova invece ad allontanare lo spettro del voto palese e si richiama alle regole procedurali: «Il regolamento del Senato è chiaro e prevede il voto segreto a meno che non si realizzino nuove maggioranze anche in termini di regolamenti ma non vi sarebbero i tempi». Per i 5 Stelle, invece, i tempi ci sono e il senatore Nicola Morra chiede a Pd e Lega di firmare la proposta di modifica del regolamento che martedì prossimo sarà depositata da Vincenzo Santangelo. Ma il presidente del Senato, Pietro Grasso, ricorda che il regolamento prevede il voto segreto e poi spiega che sono le forze politiche a decidere come andare avanti: «Noi siamo aperti a qualsiasi possibilità». L’idea del voto palese terrorizza Schifani che mette in guardia gli “alleati” del Pd e si prepara a scendere in trincea: «Nessuno - avverte - avalli blitz per modificare il regolamento sul voto segreto. Il Pdl farà da argine a qualsiasi forzatura delle regole». Resta il fatto che il voto segreto piace anche a Sel che però non vuole perdere settimane per la modifica del regolamento mentre Pier Ferdinando Casini prova a tenere in piedi entrambe le soluzioni: «Il regolamento prevede il voto segreto. Sotto il profilo personale mi augurerei la trasparenza di un voto palese perché è giusto che in quella sede ciascuno si assuma la propria responsabilità...».
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