PESCARA No all’election day. Sì alle primarie-day. Il Pd si prepara alla lunga stagione elettorale con una due giorni, che vede riuniti da ieri a Villa Immacolata parlamentari, consiglieri regionali, dirigenti, amministratori. Il segretario regionale Silvio Paolucci ha aperto i lavori con un appello per il voto regionale a marzo, rivolto a chi quella data deve deciderla da tempo: il governatore Gianni Chiodi innanzitutto, e il presidente della corte d’appello dell’Aquila. «Ove ci fosse questa possibilità, che chiediamo venga rispettata», ha annunciato Paolucci, «terremo le nostre primarie insieme alle primarie nazionali di fine anno». Saranno primarie di coalizione, legate a una proposta di rilancio per l’Abruzzo, «una regione», ha detto Paolucci, «che vive una realtà economica ben diversa da quella descritta da Chiodi: stesso Pil del 1999 (nonostante i 10 miliardi stanziati per il post-terremoto dell’Aquila), 22 mila posti di lavoro persi in un anno, 66mila persone in cerca di occupazione, una disoccupazione giovanile preoccupanti». Dati legati anche all’inerzia del governo regionale, ha sottolineato il capogruppo in Consiglio Camillo D’Alessandro, che ha sollecitato il partito a impostare il programma elettorale su poche cose da dire ma chiare: una legge regionale sulla ricostruzione, un’agenzia portuale che specializzi e coordini le funzioni dei porti abruzzesi, i 120 milioni di costi standard della sanità da recuperare, zero burocrazia su alcune aree dell’Abruzzo per stimolare la crescita delle imprese. Sulla legge della ricostruzione si è soffermato il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente che ha rassicurato sulla capacità di spesa del Comune, grazie anche a una legge Barca che dà ancora risposte. Luciano D’Alfonso, tra i papabili alla corsa per la candidatura a presidente della Regione ha confermato la sua volontà di correre, ma solo se ci saranno le primarie: «Voglio portare 100mila persone al voto», ha detto, «voglio dal percorso delle primarie una forte legittimazione popolare». Il sottosegretario Giovanni Legnini è tornato sulla data del voto: «L’Abruzzo non può subire i danni di nove mesi di campagna elettorale. Si fissi subito la data del voto entro metà marzo. Il Pd è pronto con primarie aperte per la scelta del candidato presidente, con una squadra di governo determinata e competente, con un progetto per il lavoro e lo sviluppo di una regione che in questi anni ha perso troppe opportunità». Legnini ha rimarcato quindi la necessità di cogliere in questi mesi alcune «decisive opportunità su cui stiamo lavorando a Roma: la velocizzazione del trasporto ferroviario Adriatico-Tirreno, la fondovalle Sangro, le risorse che mancano per la ricostruzione, il no alla petrolizzazione e il sì al parco della Costa». Oggi i lavori proseguono con la discussione sulla bozza programmatica presentata da Paolucci.