ROMA «Se il centrodestra dovesse staccare la spina se ne assumerà la responsabilità: non stacca la spina al governo ma la stacca al Paese». A due giorni dal primo voto in Giunta sulla decadenza di Berlusconi, Guglielmo Epifani chiede al Pdl di smetterla con lo scaricabarile. «Non si può scaricare la responsabilità solo su un partito. Arriva un punto in cui la responsabilità o è di tutti o chi è da solo a reggere il sistema si logora e non ce la fa» avverte il segretario del Pd, per il quale non può essere solo il Pd a garantire le larghe intese. «C’è bisogno di essere corresponsabili sempre e invece c’è chi lo è a giorni alterni» si lamenta il segretario. Sulla questione interviene anche Matteo Renzi, che esclude colpi di scena in Giunta: «L’ipotesi di salvarlo non esiste. Spero che decada tra una settimana. Berlusconi ha una condanna definitiva con l’interdizione. E se Andiamo a elezioni li asfaltiamo...». Il Pdl, comunque, non cambia strategia e insiste sul voto segreto. Domani i Cinque Stelle depositeranno in Senato una proposta che punta a cambiare il regolamento attraverso l’abolizione del voto segreto. Ipotesi che terrorizza “falchi” e “colombe” del centrodestra. Il più preoccupato è Renato Schifani, che si dice «stupito» dalla decisione della Lega di schierarsi a favore del voto palese ma assicura che questo «non cambia l’alleanza» e poi torna a ripetere che la responsabilità di una crisi sarebbe da attribuire al Pd. «Sono pessimista sul destino del governo. E’ evidente che il Pd vuole arrivare alla rottura. Vuole andare a votare e vuole la crisi» attacca il capogruppo del Pdl al Senato, che si dice certo che il centrodestra «sopravviverà all’accanimento giudiziario» e frena sull’ipotesi di un ritiro della delegazione Pdl al governo. «Al ritiro dei ministri ancora non ci siamo. Non è nell’agenda immediata. E’ evidente che si vive momento per momento e ci auguriamo di arrivare a respirare un clima di maggior responsabilità» spiega Schifani. L’ipotesi, comunque, è sul tappeto e consentirebbe al Pdl di uscire in maniera soft dal voto in Giunta. L’idea sarebbe quella di ritirare la delegazione di governo in caso venga bocciata (come appare certo) la relazione di Augello che chiede la non decadenza del Cavaliere. A quel punto, Napolitano rinvierebbe l’esecutivo alle Camere dove potrebbero esserci i voti per un Letta-bis al quale il Pdl assicurerebbe un appoggio esterno anche per dimostrare che lo «strappo» non sarebbe sul programma. Nell’attesa di capire cosa deciderà di fare Berlusconi, Schifani si augura che la grazia «venga accettata ove richiesta dai figli». La richiesta di un atto di clemenza arriverà sul tavolo di Giorgio Napolitano? «Berlusconi sta riflettendo con la sua famiglia. Non si interferisce su scelte così delicate, personali» taglia corto Schifani. Lo scontro tra i partiti, comunque, non riguarda la grazia ma il voto, segreto o palese. «Il voto segreto è un abominio, un tradimento degli elettori . Io voglio sapere come vota il mio candidato, cosa vota, perché vota» sbotta Beppe Grillo, che usa il suo blog per accusare il Pd di essere pronto a salvare Berlusconi: «Nel segreto dell’urna tutto può succedere. I pdmenoellini hanno fucilato Prodi dietro a una tendina e sono pronti a ripetere le gesta in ogni momentoper salvare il loro caro leader Berlusconi». Quanto alla grazia, Mario Giarrusso annuncia che se Napolitano la concederà i Cinque Stelle un minuto dopo chiederanno l’impeachment. Marco Pannella suggerisce al Cavaliere di dimettersi mentre Casini avverte: l’Udc «non farà alleanze con chi farà cadere Letta».