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Data: 16/09/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Caso Berlusconi, nuova lite Pdl-Pd. E Grillo attacca: no al voto segreto

ROMA Pd e Pdl ai ferri corti. Anzi cortissimi nell’attesa del voto di mercoledì sera che potrebbe essere il primo passo verso la decadenza di Berlusconi dal Senato. E ad aumentare la tensione contribuisce la polemica sul voto da esprimere quando il caso arriverà in Aula che, secondo i 5 Stelle, Sel, Lega, ed ora anche Pd e Udc, «non dovrà essere segreto». Ipotesi rigettata dal Pdl. Ieri tocca al presidente dei senatori pidiellini, Renato Schifani, lanciare un ennesimo avvertimento agli alleati democratici «che si stanno scagliando contro il nostro leader senza motivo, invece di porsi con un atteggiamento aperto al confronto». E l’avvertimento scandito durante la trasmissione di Lucia Annunziata somiglia molto ad un ultimatum. «Con un voto per la decadenza sarà difficile trovare i margini di convivenza politica e parlamentare, che è quello che vuole il Pd perché vuole andare a votare». Quindi, un altro affondo contro i democratici che, secondo Schifani «subiscono il governo di larghe intese, nato dopo le elezioni, che Berlusconi ha voluto. Ma questo significava abbassare i toni. Cosa che il Pd non ha fatto perché continua a vivere male questa scelta. E’ quindi evidente - conclude - che puntano alle elezioni».
NO AL RITIRO DEI MINISTRI

E anche se il capogruppo Pdl a palazzo Madama assicura che «il ritiro dei nostri ministri non è nell’agenda immediata», confessa di essere «pessimista» sul futuro del governo. Ma il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, ribatte che «se il centrodestra dovesse staccare la spina se ne assumerà la responsabilità perché non stacca la spina al governo ma al Paese. Il cuore del problema - spiega - è questo, abbiamo chiesto al centrodestra di separare il caso Berlusconi dalla situazione politica, non vogliamo indebolirli. Ma vogliamo una cultura del centrodestra che sia moderata come quella europea».
Divide, ovviamente, anche il tema dell’abolizione del voto segreto quando il tema della decadenza entrerà nell’assemblea di Palazzo Madama. Schifani dichiara di essere «contrario alle riforme istintive e di massa, volute dalla piazza, siamo contrari ai blitz. Il voto segreto è previsto dal regolamento. Per avere il voto palese ci vuole una procedura molto articolata e complessa e le regole non si cambiano a maggioranza ma in modo condiviso». Ma Epifani ripete che «la questione fondamentale è aver chiaro cosa votare e quindi rendere applicabile la legge. La questione del voto palese o meno sulla decadenza di Silvio Berlusconi è un altro tormentone. Grillo lo usa per scaricare su di noi le sue tensioni».
Grillo, infatti, sul suo blog accusa: «Neppure Bersani ed Epifani si fidano dei loro. Vogliono anche loro il voto palese perché sanno bene che nel segreto dell’urna tutto può succedere. I pdmenoellini hanno fucilato Prodi dietro a una tendina e sono pronti a ripetere le gesta in ogni momento per salvare il loro caro leader Berlusconi». Per il leader dei 5Stelle «il voto segreto è un abominio, un tradimento degli elettori. Io voglio sapere come vota il mio candidato, cosa vota, perchè vota». E in tanta confusione si inserisce Marco Pannella, che offre la sua ricetta per uscire dalla palude in cui si è cacciato il Cavaliere. «Da giorni dico che Berlusconi dovrebbe chiedere i tempi di difesa, difendersi come Enzo Tortora e non come Toni Negri, e annunciare che sarà dimissionario da senatore». Il ragionamento è stringente. «Berlusconi è il primo collaboratore di quella infame giustizia di cui ti lamenti. Esposito ha dichiarato in pubblico i motivi della condanna prima che fossero scritti. In qualsiasi Paese questo sarebbe inammissibile. L’accanimento giudiziario è manifesto».

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