Fermo da quasi 11 mesi (24 ottobre 2012), il cantiere della filovia riapre fra dieci giorni e deve recuperare il tempo perduto. A questo scopo c'è stato ieri il vertice fra Comune e Gtm, vertice dal quale è scaturita una tempistica di massima per la ripresa dei lavori. Quella definitiva sarà stabilita domani dopo il sopralluogo della Balfour Beatty sulla strada parco. Dalla discussione fra il presidente Michele Russo, il Rup (responsabile unico del procedmento) Pierdomenico Fabiani e l'assessore Berardino Fiorilli è emerso che intorno al 25 settembre la strada-parco tornerà ad animarsi per completare le sottostazioni elettriche a Pescara e a Montesilvano, per la stesura dei fili propedutica all'elettrificazione del percorso e per l'eliminazione delle tante barriere architettoniche presenti sui 7 chilometri del tracciato. Questi sono interventi a carico dell'ente appaltante ovvero la Gtm, mentre il rifacimento del manto stradale è un onere della ditta appaltatrice cioè la Balfour Beatty. Lavori che dovrebbero durare un anno così da consentire i primi test a Filò e subito dopo, entro il 2014, di inaugurare di fatto la filovia. «Ottenuto l'ok del comitato regionale Via - ha commentato Fiorilli - si tratta di mettersi sotto con gli interventi per dotare finalmente Pescara di un servizio strategico». Il vero problema, per ammissione dello stesso assessore alla Mobilità, è proprio «l'omologazione del mezzo». Problema sollevato appena una settimana fa Camillo D'Angelo del Pd, secondo il quale questo tipo di filobus non ha mai avuto e mai avrà l'omologazione dal Ministero dei Trasporti. Considerazione, ed è questo un aspetto inquietante, che finora nessuno ha smentito. Comunque, fatti due conti, l'obiettivo di Gtm e Comune di Pescara è portare a casa il risultato che è la messa su strada a regime del filobus nell'arco dei prossimi dodici mesi, mettendosi in regola con le prescrizioni del comitato regionale Via. A quel punto, davanti al fatto compiuto del progetto realizzato al 100% sarà problematico per qualsiasi organismo, nazionale o comunitario, far saltare tutto. Ovviamente, il Wwf e le associazioni che hanno sempre combattuto le anomalie del progetto non stanno a guardare. Anzi, il comitato Utenti strada-parco, tramite il portavoce Maurizio Biondi, ha già annunciato ricorso al Tar, iniziativa che va ad aggiungersi a quelle analoghe attivate da singoli cittadini. E il Wwf sta preparando il suo ricorso «che punta - spiega il responsabile Augusto De Sanctis - sui diversi profili di illegittimità della Via in sanatoria concessa dalla Regione e, in particolare, sul caso delle barriere architettoniche. Il fatto che il comitato Via abbia riconosciuto l'esistenza del problema dovrebbe da solo inficiare la bontà dell'intero progetto. Ma da noi, evidentemente, le cose vanno in maniera differente. Comunque, noi, come gli altri, chiederemo la sospensiva immediata dei lavori, cosa che il Tar di solito concede 25 giorni dopo l'accoglimento del ricorso». Per cui potremmo arrivare al paradosso che poco dopo la riapertura del cantiere arrivi un nuovo stop dal Tribunale amministrativo regionale. «E voglio vedere - aggiunge De Sanctis - come la Regione farà a giustificare la Via in sanatoria quando il caso finirà all'attenzione di Strasburgo. Ricordo, en passant, che in qualsiasi Paese dell'Unione europea, un progetto fuori legge sulle barriere architettoniche non sarebbe stato neanche preso in considerazione».