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Data: 17/09/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Tagli al trasporto pubblico: i sindacati verso lo sciopero. Audizione in commissione sul piano triennale «Si rischia il lavoro»

ANCONA Trasporti, sindacati in stato di agitazione. Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uil trasporti sempre più vicino allo sciopero «per difendere il servizio pubblico degli autobus in tutta la regione».
Ieri, in Commissione Trasporti, i sindacati hanno criticato aspramente il piano triennale del trasporto pubblico, approvato dalla giunta regionale prima della pausa estiva. La Commissione, presieduta da Giancarli, ha ascoltato per l'intera giornata le osservazioni di istituzioni, associazioni, sindacati, aziende e rappresentanti dei cittadini su quest'atto che ha l'obiettivo di rendere più razionale e efficiente il servizio sia su gomma che su ferro, anche per trarne miglioramenti ambientali. Moltissime le osservazioni scaturite dall'audizione, tutte abbastanza critiche. Per le parti sociali, il documento «certifica un ulteriore taglio di chilometri e risorse economiche e un riadeguamento al ribasso dei rimborsi chilometrici attribuiti alle aziende. Fattori che comportano meno servizi ai cittadini e diverse decine di lavoratori a casa».
Le parti sociali smentiscono "categoricamente" la premessa del documento, «che parla di una condivisione da parte del sindacato». «Altro dato singolare - proseguono Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uil trasporti - è che il piano triennale non affronta introiti e produzione dei singoli servizi. Per questo, il riequilibrio fatto non tiene conto delle peculiarità dei territori, penalizzandoli di fatto tutti». Per le rappresentanze dei lavoratori, inoltre, il «programma è anche in contrasto con quanto definito dal Governo su criteri e modalità con cui trasferire risorse alle Regioni, in cui si dice che per avere maggiori risorse occorre incentivare proprio i servizi a domanda maggiore rispetto agli altri. Così come concepito invece, il programma regionale taglia i servizi a domanda elevata e lascia invece quelli a domanda minore». Altro punto contestato è «la mancanza nel piano della clausola sociale». Clausola che rappresenta l'obbligo per il soggetto che vince la gara di farsi carico del personale già in servizio. «Come dire - affermano i sindacati - che il soggetto che arriva può scegliere chi e quanto personale vuole, se non ci fosse la clausola in questione». Le parti sociali sottolineano che, negli ultimi due anni, il trasporto pubblico marchigiano ha subito un taglio del 9%. Con il ritocco dell'1% previsto nel programma si arriva così ad un 10% nell'arco del triennio 2011-2013. Il trasporto pubblico regionale, ricordano i sindacati, scontano anche il riparto del fondo nazionale, dove «le Marche sono all'ultimo posto, prendono quindi meno di tutte le altre regioni perché, in base al criterio della spesa storica, hanno speso di meno. Ma questo è accaduto perché il servizio è stato più efficiente». Il ministro Delrio ha promesso che il criterio verrà abbandonato nel 2014, ma per sciogliere i nodi del 2013, l'assessore Viventi ha proposto al ministro di utilizzare una minima parte della riserva nazionale per «riequilibrare l'ingiustizia pagata dalle Marche». In merito ieri il governatore Spacca, a margine di un incontro stampa su Ancona a fianco del sindaco Mancinelli ha detto che «la gestione tradizionalmente oculata da parte delle aziende della nostra regione, non può portare a minori risorse rispetto agli altri territori. È un'ingiustizia - ha rimarcato Spacca - che chiediamo di correggere attraverso l'introduzione dei costi standard: il parametro deve essere la migliore gestione, non la peggiore. In attesa di ciò, chiediamo al ministero di accedere al fondo perequativo, per correggere questa vistosa distorsione».

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