Pisapia e il governatore Maroni lanciano il colosso dei trasporti: partito il tavolo tecnico e paritario. Il sindaco: "Non è un percorso facile. Ma con questa unione il servizio sarà migliore e soprattutto costerà meno"
Un mese di tempo. Per conoscere la forma (e la sostanza) del grande colosso dei pendolari del Nord bisognerà attendere la fine di ottobre. È allora che il gruppo di lavoro avviato ieri dovrà stabilire come conviene procedere sulla strada della possibile fusione tra Atm e Trenord, il sogno coltivato da Regione e Comune.
Sul nuovo gruppo che potrebbe unire metrò e treni regionali si inizia ora a lavorare sul serio. Anche per rispondere ai tagli dello Stato di oggi e, probabilmente, anche di domani. I lavori per questa grosse koalition dei trasporti, tra la Regione di centrodestra e il Comune di centrosinistra, si sono aperti a Palazzo Bagatti Valsecchi.
«L’obiettivo auspicabile è l’unificazione di Trenord e Atm nell’interesse del territorio — ha detto il sindaco Giuliano Pisapia — il percorso non è facile, è da studiare, ma ci saranno sicuramente dei vantaggi per gli utenti dei mezzi». Si tratta di «due realtà — ha aggiunto Pisapia — con sinergie e capacità da unire per dare un servizio migliore ai cittadini e che costi di meno». Sarà il tavolo tecnico di queste settimane, che si riunirà nuovamente il 7 ottobre, a suggerire la strategia. Se proseguire su questa strada o, magari, limitarsi a collaborare per raggiungere quell’integrazione tariffaria inseguita da anni.
Il Pirellone rimarca che l’operazione potrebbe servire anche come base per un’intesa allargata ad altre Regioni. «Questo progetto, se arriverà a conclusione, potrebbe portare alla creazione di un soggetto, un player, che sia leader in Europa e che possa essere utile per i cittadini e per le finanze pubbliche con un’operazione “winwin” — spiega il governatore Roberto Maroni — La nostra ambizione è di riuscire a farlo non solo in Lombardia, che potrebbe essere un punto di partenza, ma coinvolgendo tutti coloro che possono essere interessati, i tanti amministratori che hanno il problema della mobilità e per cui questo tavolo può rappresentare una grande opportunità». Una “macroregione” a partire dai trasporti che guarda a ovest, al Piemonte, ma anche alla Liguria, con i rispettivi capoluoghi. E non sembra essere un problema che, a eccezione del leghista Roberto Cota, gli altri politici coinvolti — da Piero Fassino ai liguri Claudio Burlando e Marco Doria — siano di schieramento opposto.
Se la strada politica è segnata, quella tecnica è però tutta da costruire. Trenord, che gestisce il servizio di treni regionali, è composta a metà da Trenitalia e da Ferrovie Nord (a sua volta controllata al 57 per cento dalla Regione). Atm ha come azionista unico il Comune. Il matrimonio porterebbe a un colosso, sulla carta, da 1,6 miliardi di fatturato e quasi 13.500 occupati. Le incognite, oltre ai tempi che richiederebbe l’operazione, sono anche altre. Come i diversi contratti dei lavoratori che andrebbero unificati.
La possibile fusione è stata anche al centro dell’incontro in Comune tra il Pd, l’assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran, e il presidente di Atm, Bruno Rota. Se tra i due è andata in scena ancora qualche scintilla — dopo la frizione della scorsa settimana sui conti del trasporto pubblico — il Pd ancora si divide tra gli sponsor della fusione e gli scettici per il «rischio che si crei un carrozzone». Lunedì un nuovo incontro con i colleghi in Regione per confrontarsi sul tema.