L’un contro l’altro armati, tassisti di Pescara e tassisti di Chieti si sono detti d’accordo su un punto: è colpa della politica ovvero dei politici, incapaci di parlare chiaro e di prendersi responsabilità, se tra i due consorzi è in atto una guerra che non accenna a placarsi.
Le due fazioni continuano a sbandierare leggi interpretandole a proprio vantaggio. Nel mezzo, suo malgrado, si ritrova l’utente che viene conteso e a volte maltrattato, se non anche lasciato a piedi. I tassisti pescaresi del consorzio chietino Cometa hanno disattivato il servizio di radiotaxi così come ordinato dal Comune di Pescara - «rispettiamo l’ordinanza» hanno detto - ma hanno pure annunciato una doppia diffida al vicesindaco Fiorilli, assessore con delega ai taxi, perché contestano il provvedimento. Alla base del contenzioso c’è il servizio in aeroporto, esteso ai tassisti chietini e dei capoluoghi di provincia abruzzesi grazie al decreto regionale 58 del 2 agosto. «Decreto che recepisce il decreto legge Burlando 422/97» ha spiegato ieri Luigi Colalongo, della Confartigianato Chieti. A rafforzare le argomentazioni del consorzio Cometa sono state le parole di Alessandro Nordio, presidente nazionale di Confartigianato taxi, secondo il quale «la competenza specifica sull’argomento è della Regione e Comune e Provincia devono recepire gli indirizzi». E ai tassisti del Cotape che ribattono sventolando la legge 21/92, lo stesso Nordio risponde che «quel testo va letto nel suo insieme, non in maniera parziale a proprio tornaconto». Ma al di là di polemiche e rivalità, Nordio ha mirato al vero obiettivo da perseguire: un servizio moderno e adeguato, di gran lunga migliore rispetto a quello offerto da chi si fossilizza su battaglie di retroguardia a difesa dell’orticello. Battaglia anacronistica che mette le imprese fuori gioco in un mercato dominato dalla tecnologia: «Alla nostra app attiva in Veneto - ha spiegato Nordio - abbiamo collegato attività di consorzi di altre città italiane, e rientrano fra queste le abruzzesi Chieti e Francavilla». Poter pagare con carta di credito o bancomat è un altro passo in avanti per sviluppare il servizio ovvero l’applicazione di una tariffa taxi unica sul territorio e la disponibilità di un radiotaxi regionale con numero unico. Obiettivi rilanciati ieri da Franco Venni di Arco consumatori e da Confartigianato, anche per voce del vicesegretario Pasquale Cameli, nell’appello finale lanciato a Cotape, Regione e Comune. «Questa guerra va risolta nell’ambito delle prescrizioni di legge - ha concluso Nordio - a vantaggio dell’utenza». Il Cotape non è disposto però a cedere terreno e oggi sarà dall’assessore regionale Morra per rappresentargli le proprie ragioni.