ROMA All'ordine del giorno ci sono i conti semestrali, attesi ancora in rosso, e l'esame del rapporto di banca Leonardo sulla propensione delle banche creditrici a concedere una ristrutturazione dei prestiti. Ma da più parti trapela l'ipotesi che il Cda Alitalia di oggi possa rappresentare l'occasione per varare l'aumento di capitale da almeno 100 milioni di euro di cui si parla da tempo. Un aumento che consentirebbe ad Air France, nel caso in cui la compagnia francese partecipasse alla ricapitalizzazione e acquisisse l'inoptato, di raddoppiare la propria quota e salire al 50%, acquisendo il controllo del partner italiano. Una situazione che, secondo i più pessimisti, rischierebbe di pesare su Fiumicino, scalo che da poco aveva messo in cantiere progetti di ampliamento e che ora rischierebbe di finire in secondo piano rispetto a quello di Parigi. Un'eventualità che preoccupa Adr, gestore dello scalo, che chiede alla politica che si vigili affinché l'eventuale arrivo di Air France non fagociti l'aeroporto romano: c'è «forte preoccupazione per la situazione economica, finanziaria e societaria di Alitalia, che potrebbe determinare difficoltà nel mantenimento della competività intercontinentale e internazionale della compagnia di bandiera sul mercato italiano, con pregiudizio del ruolo di Hub carrier». Non solo, recita la nota, ci sono da temere «gravi riflessi economici, finanziari ed occupazionali sull'indotto, con una conseguente riconsiderazione del progetto di sviluppo delle infrastrutture dello scalo di Fiumicino». Nella capitale francese, dove domani il ministro dei Trasporti Lupi, vedrà il collega francese Cuvillier, non sembrano avere fretta. L'indirizzo sembra essere attendista, visto che, qualsiasi sia la decisione del Cda di Alitalia, i cugini d'oltralpe dovranno convocare un nuovo board per discutere l'adesione all'aumento. E al momento di quella convocazione non c'è ancora traccia.