ROMA Le risorse per l’Iva? «Certamente le stiamo cercando e penso che alla fine le troveremo». Il ministro dell’Economia Maurizio Saccomanni rilancia, dal salotto di Lilli Gruber su La7. E, al termine di una giornata dominata dall’incertezza sul nodo cruciale delle coperture per riportare i conti pubblici entro il 3% del deficit e per scongiurare l’aumento dell’aliquota Iva dal 21 al 22%, risponde così alla tensione che cresce nella maggioranza con la minaccia di dimissioni dei parlamentari Pdl in caso di decadenza di Silvio Berlusconi. Giornata incandescente tra la bufera su Telecom e Ilva, i timori su Alitalia e con il consiglio dei ministri previsto per domani ma non ancora convocato formalmente. Sul tavolo del governo ci sarà innanzitutto l’aggiustamento dei conti pubblici dopo l’ultimo aggiornamento del Def (Documento di economia e finanza) che stima il deficit al 3,1% del Pil. Ma già il Fondo monetario, secondo indiscrezioni anticipate dall’Ansa, è più pessimista e ci colloca al 3,2%. Una differenza, quella tra Washigton e Roma, dovuta alla diversa valutazione sull’abolizione dell’Imu, una croce che continua a tenere il governo sotto pressione. Ma che secondo il ministro, invece, sconta «una certa sottovalutazione dell’impatto positivo del rimborso dei debiti Pa», manovra che, ricorda, è stata aumentata di ulteriori 7,7 miliardi.
Ma l’attesa è soprattutto sull’Iva e sull’Imu. Il ministro ha confermato «il desiderio di portare queste cose al consiglio dei ministri di venerdì pomeriggio». «Le risorse si trovano - ha poi precisato - ma si tratta di opzioni né semplici né indolori». Il Tesoro è a caccia di 1,5 miliardi per riportare il deficit entro il vincolo europeo, poi serve 1 miliardo per l’Iva e 300 milioni per rifinanziare le missioni all’estero. Oltre ai 2,4 miliardi necessari per il conguaglio Imu e a 500 milioni per aggiungere risorse alla cassa in deroga.
PRIMA RATA AI COMUNI
Di sicuro «non è praticabile la via dell’aumento del debito pubblico per evitare l’aumento dell’Iva». E non ci sarà alcun anticipo della service tax al 2013, ha tagliato corto il ministro che ha indicato la via di «tagli alle spese correnti di tutti i ministeri», non necessariamente lineari, e ricordato le riduzioni per 1,7 miliardi di spese già realizzati. Quanto all’ipotesi di un aumento delle accise sulla benzina (4 centesimi per reperire 1,5 miliardi) non l’ha né confermata né esclusa. Ha parlato, però, di «una prima tranche di vendite immobiliari entro fine anno». I soldi potrebbero essere anticipati da Cassa depositi che è fuori dal perimetro della pubblica amministrazione e quindi non incide sul deficit.
Il braccio di ferro è ancora aperto tra i partiti ed è a loro che Saccomanni si è rivolto per scelte «ragionate e razionali». L’appello sarà accolto? La verifica è questione ormai di poche ore. Intanto ieri il ministro dell’Interno Alfano ha dato il via al rimborso di 2,3 miliardi ai Comuni che rischiavano l’asfissia dopo l’abolizione della prima rata Imu. A Roma dovrebbero andare 290 milioni, 73 a Milano. Alla Camera, infine, primo via libera alla delega fiscale che prevede, tra le altre cose, anche la revisione dell’Iva in chiave europea.