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Data: 27/09/2013
Testata giornalistica: Corriere della Sera
Verso la crisi di governo - Letta: «Dimissioni Pdl? Serve un chiarimento» Il premier: «Così il centrodestra umilia il Paese. Appena rientro in Italia incontro Napolitano e decido il da farsi»

«Venerdì appena atterrato a Roma incontrerò il capo dello Stato a valuterò con lui come comportarmi». Valuterà anche un nuovo voto di fiducia, se necessario. Perché per come si sono messe le cose «serve un chiarimento, nel governo e nel Parlamento». Un confronto «davanti agli italiani», non una «verifica da prima Repubblica» operata «in stanze chiuse». E alla fine «ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità». Enrico Letta ha appena finito di parlare di Europa e di prospettive di crescita dell'Unione davanti alla platea della Columbia University di New York, ultima tappa della sua campagna americana che ha avuto i suoi momenti topici negli interventi all'Onu e a Wall Street. Ma l'atmosfera europea svanisce immediatamente quando nella successiva conferenza stampa i giornalisti italiani lo incalzano sulle vicende politiche di casa nostra, in primis sulle dimissioni annunciate dai parlamentari del Pdl contro la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi in conseguenza della condanna definitiva per frode fiscale.

«ITALIA UMILIATA» - Il «chiarimento», dunque, perché «dobbiamo verificare se c'è volontà di andare avanti, su quali prospettive e su che basi». La missione a New York, ha spiegato il premier, era servita per rilanciare il ruolo politico ed economico del Paese. Ma quello che è successo a Roma, con l'accelerazione impressa dai Pdl e una crisi politica che solo a parole non è ancora conclamata, «è stata un'umiliazione, non per me ma per l'Italia».

«NAPOLITANO? CONDIVIDO TUTTO» - Il presidente del Consiglio ha detto di trovarsi pienamente d'accordo con l'intervento Napolitano, che aveva duramente criticato i toni usati dal centrodestra che in più di un'occasione hanno evocato l'immagine del «colpo di Stato»: «Condivido le parole del capo dello Stato dalla prima all'ultima», ha sottolineato Letta. E ha ribadito la necessità di continuare a garantire la stabilità e presentare agli occhi del mondo un Paese «giovane, stabile, dinamico e credibile». L'incognita del comportamento del principale alleato rende però tutto più complicato. Ma in questi mesi gli italiani i sacrifici li hanno fatti e per questo Letta ha invitato i parlamentari del Pdl a valutare «se è davvero il caso di buttare via tutto». Il capo del governo è poi tornato a sottolineare, come già aveva fatto nei giorni scorsi, che «in Italia c'è lo stato di diritto» e che è necessario mantenere una «separazione netta» tra le sorti di Berlusconi e il futuro della forza politica che rappresenta.

L'ITALIA E L'EUROPA - Con i giornalisti Letta ha parlato a margine di un intervento alla Columbia University tutto incentrato sui temi dell'integrazione europea e sul rilancio delle politiche comunitarie. «Sogno un'Italia ancora più europeista - ha detto il numero uno di Palazzo Chigi - e al centro del processo di integrazione europea». Il capo del governo ha parlato delle sfide che attendono il vecchio continente, ha sottolineato l'importanza di arrivare alla creazione degli «Stati uniti d'Europa» e ha insistito sulla necessità di passare ad una legislatura di crescita, inevitabile dopo 5 anni di crisi.

LA PRESIDENZA UE - L'Italia avrà nella seconda parte del 2014 il turno di presidenza semestrale della Ue e l'impegno che vorrebbe assumersi Letta è proprio quello di una «agenda di crescita», che - ha puntualizzato - non significa smettere di tenere sotto controllo i conti pubblici. «Basta debiti che poi ricadono sulle generazioni a venire, come è stato per la mia» ha sentenziato il presidente del Consiglio, secondo cui consolidamento fiscale e crescita sono compatibili e devono esserlo sempre di più.

«UNITI E INFLUENTI» - Il premier italiano ha infine parlato anche della posizione defilata del Regno Unito, spiegando che l'Europa ha bisogno di Londra e pure viceversa. E ha ricordato che solo se tutti i Paesi Ue saranno uniti nelle scelte, e il pensiero è andato alla Germania, «potranno essere influenti nel mondo». In caso contrario, ha rimarcato, le nostre nazioni «saranno solo un posto buono per le vacanze». E quanto all'Italia, Letta ha ricordato che il prossimo anno Milano ospiterà l'Asian Summit con tutti i leader dei Paesi dell'area orientale e che sempre nel capoluogo lombardo nel 2015 si svolgerà l'Expo: «Un'ottima occasione per noi - ha detto - perché gli italiani sono bravi, ma sono meglio quando hanno delle deadline da rispettare».

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